Berlusconi si arrende, non il berlusconismo

Un passo indietro, per farne due avanti. Berlusconi vota la fiducia a Letta e spiazza tutti quanti, ad iniziare dai moderati parricidi che volevano farlo fuori. Apparentemente si tratta di una sconfitta: il Caimano piegato da una fronda di suoi ministri e parlamentari “moderati”. Ho già discusso su alessiopostiglione.com di quanto le colombe del Pdl, con le quali i democrat tubavano gongolandosi, fossero più diversamente falchi che vera espressione di un conservatorismo europeo e responsabile. Berlusconi ha perso una battaglia, ma non la guerra. Non ha perso la chance di ipotecare nuove vittorie elettorali per la sua Forza Italia, massimalista e intransigente, alla faccia delle colombe e dei propositi delle anime belle di rimpiazzare il Cav con una nuova forza centrista “rispettabile”, di tipo gaullista. Forza Italia è egemonica nella destra italiana: basta chiedere a Fini, Monti e Casini. E continuerà ad esserlo. Con Berlusconi che lavora, oggi, ad un berlusconismo che gli sopravviverà. E che continuerà ad essere il cruccio del Pd anche quando le spoglie del Caimano riposeranno nel Mausoleo di Pietro Cascetta. Sullo sfondo, poi, continuo a non capire perché debba essere il Pd a cercare di favorire la nascita di questa taumaturgica e ideale “destra europea” - che in in Italia non ci può essere con i vari Giovanardi, Schifani e compagnia bella -. Sarebbe più utile pensare di ristrutturare un vero fronte di sinistra, ma tant'è. Berlusconi, dal canto suo, evita la conta, votando la fiducia, e continua a governare il nostro paese: con tutto il tempo per lavorare alla nuova Forza Italia. Da “buon padre di famiglia”, mette al sicuro oggi il suo impero per i suoi figli: impero economico ma anche politico. Il Cavaliere avrà gioco facile nel ristrutturare la destra italiana, nei cui riguardi intrattiene un rapporto proprietario – il partito personale! - attorno ad un berlusconismo mai domo e, oramai, antropoligicamente dominante fra le culture politiche del Belpaese. Le colombe credono di sbarazzarsi di Berlusconi perché è vecchio, ma il berlusconismo è giovane e capace di interpretare, ancora per molti anni, l'Italia. Con una decadenza alle porte, e le porte dei servizi sociali che gli si schiudono innanzi, Berlusconi, nel ruolo di novello Silvio Pel(v)ico -, costruirà le condizioni materiali per una successione dinastica. Il berlusconismo egemone farà strame delle colombe e degli ex adepti convertiti sulla via del Ppe, logorando sempre di più il governo Letta. Un logoramento che toccherà a Matteo Renzi segretario lenire: con esiti molto incerti sulla sua leadership.

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