L’umiliazione dei controlli

Con buona pace della scienza politica, le scelte politiche vengono assunte non in modo scientifico, ma in base ad umori, percezioni, ideologie. La politica viene da sempre fatta così. Anche dai tecnici. Il dibattito, infatti, sulla possibilità che l’Italia richieda apertamente alla Bce lo scudo anti spread è oramai incentrato sull’inasprimento delle “umilianti” condizioni che l’Europa imporrebbe al nostro paese. Dovremmo scegliere o meno una politica per paura, travaglio interiore o per convenienza? Daniel Gros, del Think tank del Ppe Ces, oggi, sul Resto del Carlino, ci consiglia di chiedere gli aiuti per convenienza. E fa bene. In realtà, nella richiesta di aiuti, seguiti da obbligazioni, di umiliante non c’è niente. E sarebbe meglio che Italia e Spagna congiuntamente chiedessero l’applicazione dello scudo alla Bce senza farsi il fegato amaro. Innanzitutto, le condizioni del Memorandum of Understanding che il paese richiedente l’aiuto deve sottoscrivere in caso di scudo sono certamente dure perché esiste il fattore B. B come Berlusconi. La Banca centrale europea è rimasta scottata dalla fregatura dell’anno scorso, quando incominciò a comprare i bond italiani per calmierare il nostro costo all’indebitamento, sull’impegno implicito che Berlusconi facesse almeno alcune di quelle riforme ipotizzate nella famosa lettera di Draghi e […]

Benzina, tasse e tartasse

Il prezzo della benzina sfonda i 2 euro a litro, un limite che si riteneva isuperabile per la decenza. E subito partono gli strali contro le multinazionali del petrolio. Peccato che su questo costo gravino in modo spropositato ed iniquo delle precise e censurabili scelte di Stato e governi fin qui succedutisi. Sul web, circolano varie indicazioni sulle accise che colpirebbero la benzina: fonti che non ho controllato, ma che varie la pena segnalarvi. Ad esempio, il sito finanza utile distribuisce il seguente elenco: Guerra in Abissinia del 1935 (1,90 lire) La crisi di Suez del 1956 (14 lire) Il disastro del Vajont del 1963 (10 lire) Alluvione di Firenze del 1966 (10 lire) Terremoto del Belice del 1968 (10 lire) Terremoto del Friuli del 1976 (99 lire) Terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire) Missione in Libano del 1983 (205 lire) Missione in Bosnia del 1996 (22 lire) Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,020 euro, ossia 39 lire) Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali (0,0073 Euro) 0,040 Euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92 […]

Rachel Corrie, l’ora della verità

Domani, potrebbe scriversi una pagina di verità nella morte di Rachel Corrie, la giovane attivista americana pro-palestinese, morta a soli 23 anni, il 16 marzo del 2003, sotto le ruspe israeliane, nel tentativo di fare da scudo umano agli abbattimenti delle case dei profughi di Rafah, vicino al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Domani 28 agosto, infatti, il tribunale civile di Haifa, dovrebbe emettere il suo verdetto sulla causa intentata dalla famiglia della vittima contro lo Stato d’Israele. Rachel Corrie era un’attivista pro-palestinese del Movimento di Solidarietà Internazionale (ISM), e venne schiacciata da una ruspa israeliana nel tentativo di impedire con il suo corpo la demolizione di una casa palestinese. A seguito dello seconda intifada, la repressione dell’esercito israeliano nei territori palestinesi era diventata durissima. L’esercito intraprendeva rastrellamenti e abbattimenti di case dove si nascondevano terroristi, secondo Tel Aviv. Secondo gli attivisti umanitari e i palestinesi, si trattava di rappresaglie indiscriminate. Subito dopo il drammatico incidente, Corrie è diventata un simbolo della repressione israeliana e della resistenza palestinese. I familiari di Corrie, grazie alle testimonianze raccolte dagli attivisti sul luogo della morte della figlia, hanno da subito sostenuto che si fosse trattato di un assassino premeditato. Il […]

La distinzione e le regole del bon ton

A Napoli, la pedonalizzazione del Lungomare ha innescato una serie di polemiche. Inclusa quella di aver favorito la presenza invasiva e vociante di masse caciarone e volgari. Una disputa in nome del buon gusto violato dalla giunta de Magistris che ricorda la magistrale analisi di Pierre Bourdieu ne “La distinzione“. Il bellissimo lungomare di Napoli, come una quinta teatrale, copre quartieri poveri, degradati, piagati dalla povertà. Dietro le maestose architetture che fronteggiano Castel dell’Ovo, c’è il formicaio di Santa Lucia, un budello-ghetto, che comunica con il resto della città solo attraverso l’unico “Vico Pallonetto”. Gialle carceri di Piranesi, fra scale e condotti, scavate in un tufo malsano, fra muffe velenose, senza che un raggio di sole possa esplorare le caverne in cui si aprono dignitosi spazi di intimità: case che sono bassi; case che sembrano loculi. Un ghetto, la cui segregazione urbanistico-spaziale è funzionale alla segregazione sociale che si è determinata ai danni della popolazione che ci vive: in condizioni malsane, di miseria e di dolore. La pedonalizzazione del Lungomare ha fatto sì che questa plebe dolente sia ancora più presente in strada, rispetto a quando c’erano le macchine. Restituire il Lungomare alla città ha significato restituire quello spazio ameno […]

La Santa alleanza

Pensavamo che fosse Berlusconi a rendere la nostra destra impresentabile. Nel quasi ventennio di governo del satrapo di Arcore, la sua presenza faceva aggregare e disfare le alleanze, non più in base a programmi e all’ideologia, vecchio arnese nel Novecento, secondo la vulgata, ma attorno al berlusconismo, una sorta di degenerazione della leadership carismatica. Berlusconi ha cannibalizzato il nostro sistema politico. Che gli effetti del berlusconismo non siano ancora svaniti, e che continui ad esistere una destra immatura e non europea, è un dato confermato dall’alleanza Udc-Pd, invocata da molti come un rassemblement riformista, che metta insieme il meglio della sinistra e del cattolicesimo sociale. Credo anch’io che questo alleanza potrebbe avere una valenza positiva e riformista, al di là della terza gamba che si troverà al duo Bersani-Casini. Vendola, come è apparso di capire l’altro giorno, prima che il governatore pugliese cercasse di lenire la sofferenza della sua base allarmata dall’accordo con Casini? Oppure, un Di Pietro “pentito”, che smetta di attaccare a testa bassa il Capo dello Stato, causa della conventio ad excludendum di cui è stato fatto oggetto da Bersani? Magari, l’alleanza includerà la famosa Lista arancione di cui si vocifera in queste ore, con i sindaci […]

Dove osano i falchi di Finlandia

C’è chi vuole la Bce ridotta ad una depandance della Bundesbank. Dopo la prima improvvida uscita della Bundesbank che diffidava Draghi a non “fare di tutto per salvare l’euro”, la Merkel sembrava aver sanato questa grossa ferita diplomatica con la dichiarazione congiunta dell’altro giorno con Hollande. A dimostrazione del fatto che i falchi volano più alto della cancelliera, la Bundesbank ritorna oggi sull’argomento, e richiama la Bce a occuparsi solo della stabilità della moneta. Inaudito. Certo, è vero che fra i compiti della Bce non c’è il finanziamento agli Stati – e lo Esm è un vero e proprio sussidio -, ma è altresì vero che è l’Eurotower, ai sensi del Trattato di Maastricht, è l’autorità deputata a garantire la coesione economica e sociale, una crescita sostenibile e non inflazionistica e a definire e attuare la politica monetaria per l’area dell’euro. E per fare tutto questo, Draghi può e deve intervenire su eurobond e su tutto quello che serva per garantire realmente quella stabilità della moneta a cui la Bundesbank fa riferimento. Infine, Monti oggi vola in Finlandia, una vera e propria roccaforte dei falchi. Il nostro premier incontrerà il presidente del consiglio Jyrki Katainen, ad oggi contrario a quasi […]