Museo Madre, la destra e la damnatio memoriae

Come in un vero e proprio cambio di regime, la giunta Caldoro ha intrapreso un percorso di discontinuità nei riguardi del bassolinismo che ha assunto la forma simbolica della damnatio memoriae. Con la furia iconoclasta dell’Armata Rossa contro la Cancelleria di Albert Speer a Berlino, il centrodestra lancia i suoi strali contro la “cultura di sinistra” e il museo Madre, bollato come inefficiente e costoso. I tentativi del direttore Eduardo Cicelyn di smarcarsi da Bassolino per affermare la propria autonomia, perché la cultura dovrebbe essere una zona franca rispetto alla politica, sono frustrati dal livore dei neofuturisti che vogliono distruggere quell’accademia che li ha marchiati come “destra plebea”, come si legge nell’ultimo appello degli intellettuali “Napoli aspetta”. E’ chiaro che siamo di fronte allo scontro di civiltà, con la regressione della politica a continuazione della guerra con altri mezzi e della fazione avversa a un nemico profondamente altro. D’altronde, già prima di scorrere i bilanci del Madre, la destra tuonava contro quell’istituzione, perfino con esposti contro le famigerate “serate danzanti” che, sulla scia di quanto si faceva all’estero, avevano, invece, il merito di avvicinare i giovani alla cultura. La delegittimazione del rinascimento bassoliniano è concisa con la stigmatizzazione delle attività […]