Mappe, le pipeline in Europa

Il petrolio e gas utilizzati in Europa provengono in gran parte dalla Russia, attraverso i giacimenti degli Urali, della Siberia e del Caucaso 1.106.449 chilometri di lunghezza. E’ la somma dei chilometri dei primi 10 Paesi al mondo per lunghezza di pipeline*. Un vero e proprio sistema circolatorio. Ma se le vene sono tante, il cuore è unico. E per l’Europa il cuore si chiama Russia. Oggi, fra gas e petrolio, la Ue dipende da Mosca. Con poche e limitate eccezioni; come la Francia, che produce da sé una percentuale del proprio fabbisogno di energia col nucleare, o la Norvegia e l’Inghilterra, grazie al petrolio estratto nel Mar dl Nord. I recenti conflitti fra Russia, Ucraina e Georgia sono, infatti, la spia di come Mosca intenda basare la propria forza politica e diplomatica interamente sul ricatto energetico e di come sia pronta a passare all’azione militare quando tariffe e ritorsioni diplomatiche non funzionano. La pressione che Mosca esercita su Europa dell’Est e Transcaucasia è volta a mantenere la propria posizione egemonica. E ad influenzare, in ultima istanza, la stessa Ue. Il colosso russo è il secondo produttore ed esportatore al mondo, dopo l’Arabia Saudita. Gran parte del petrolio che viene […]

Nord & South stream Vs Nabucco

Esiste un conflitto di interessi fra Stati, multinazionali e politici prestati alle imprese? E se Romano Prodi avesse accettato di lavorare per Gazprom, il gigante russo dell’energia? Negli ultimi giorni dello scorso governo Prodi, il nostro premier ha ricevuto, infatti, una proposta da Gazprom. Prodi sarebbe dovuto diventare chairman di South Stream AG, la società di proprietà Gazprom –Eni, responsabile per parte del nuovo progetto South Stream. Con signorilità e senso dello Stato, il nostro ex premier ha rifiutato. Esiste, infatti, una oscura maglia di relazioni fra uomini d’affari del settore del petrolio e politici che è oramai endemica. Accade in Russia, dove i politici più influenti siedono nei consigli di amministrazione dei giganti dell’energia; ma è così anche in America, dove i Bush sono il più lapalissiano esempio di questa nuova genia di padroni del vapore e politici influenti. E’ legittimo ritenere che esista una strategia di Gazprom di legare a sé personaggi influenti al fine di ottenere decisioni politiche compatibili con gli interessi dell’azienda? Quale che sia la vostra risposta a questa domanda, ribadiamo che Prodi ha rifiutato l’offerta. Ma così non ha fatto l’ex premier tedesco Gerhard Schröder, messo a capo della Nord Stream AG, partecipata da […]

Nord & South stream Vs Nabucco

Esiste un conflitto di interessi fra Stati, multinazionali e politici prestati alle imprese? E se Romano Prodi avesse accettato di lavorare per Gazprom, il gigante russo dell’energia? Negli ultimi giorni dello scorso governo Prodi, il nostro premier ha ricevuto, infatti, una proposta da Gazprom. Prodi sarebbe dovuto diventare chairman di South Stream AG, la società di proprietà Gazprom –Eni, responsabile per parte del nuovo progetto South Stream. Con signorilità e senso dello Stato, il nostro ex premier ha rifiutato. Esiste, infatti, una oscura maglia di relazioni fra uomini d’affari del settore del petrolio e politici che è oramai endemica. Accade in Russia, dove i politici più influenti siedono nei consigli di amministrazione dei giganti dell’energia; ma è così anche in America, dove i Bush sono il più lapalissiano esempio di questa nuova genia di padroni del vapore e politici influenti. E’ legittimo ritenere che esista una strategia di Gazprom di legare a sé personaggi influenti al fine di ottenere decisioni politiche compatibili con gli interessi dell’azienda? Quale che sia la vostra risposta a questa domanda, ribadiamo che Prodi ha rifiutato l’offerta. Ma così non ha fatto l’ex premier tedesco Gerhard Schröder, messo a capo della Nord Stream AG, partecipata da […]

Sicurezza od autarchia energetica?

Il modello energetico fondato sul petrolio espone, per la prima volta dalla Rivoluzione Industriale, l’Occidente all’insicurezza energetica Dopo la definitiva affermazione del liberalismo, l’autarchia – ovvero il principio per cui ogni Stato basta a se stesso, in termini economici e materiali – è diventato assolutamente fuori moda. Tutto si scambia. Eppure, nel settore energetico, il tema della sicurezza, declinato in modo da ricalcare esattamente il concetto di autarchia, non smette mai di affascinare politici e opinione pubblica. L’idea che l’Occidente sia dipendente da Stati ostili, o con i quali intrattiene rapporti problematici – Russia, Venezuela, Iran -, non fa altro che rafforzare questa percezione di insicurezza energetica, che ci spinge, ad esempio, fra le braccia del nucleare, nella speranza che ci renda meno dipendenti dall’esterno. L’insicurezza è legata al fatto che il paradigma energetico del petrolio, si basa, per prima volta nella storia dell’Occidente, su una risorsa materiale che non è di nostra proprietà; con l’unica eccezione degli USA che, comunque, consumano più petrolio di quanto ne producano. Fernand Braudelle, nel suo paradigmatico Civilization materielle et capitalisme, ha brillantemente spiegato come la superiorità dell’Occidente, a partire dalla I Rivoluzione industriale sia stata, innanzitutto, energetica. L’Europa è stata la regione più […]

Crisi e ambiente, i costi della salute

Pochi investimenti sull’ambiente e aumentano i costi sulla salute, il New Energy Finance dimostra che gli Stati devono spendere di più La crisi danneggia l’ambiente.  Gli analisti del New Energy Finance (NEF) dal summit Global Futures 2009 di Londra, infatti, hanno fatto due conti ed hanno valutato i costi indiretti della crisi giungendo a delle conclusioni spiazzanti. Fra gli shadow costs (costi ombra) più perniciosi e beffardi, infatti, vi sarebbero quelli legati alla diminuzione degli investimenti sulle altre fonti di energia. Gli investimenti, infatti, in questo momento sembrano seguire delle logiche di economicità di breve durata: di fronte alle esigenze di contenere i costi, le economie stanno puntando nuovamente ed in modo massiccio sul petrolio. Allo stato attuale, infatti, le energie rinnovabili offrono delle prestazioni efficienti nella lunga durata, giacché nel breve periodo bisogna fare fronte agli ingenti costi sulla ricerca che, ovviamente, diminuiscono nel tempo. Il petrolio, invece, è apparentemente – cioè ora – meno costoso. Soltanto che l’inquinamento prodotto dal combustibile fossile, nella lunga durata genera ingenti esternalità negative; ovvero, comporta dei costi indiretti legati alla distruzione dell’ambiente e ai danni che la raffinazione del petrolio causa alla salute umana. Il report del NEF stima che l’impatto della […]

Space Based Solar Power, pannelli solari nello spazio

Al via un progetto che ricalca gli studi militari americani, capace di fornire energia pulita e svincolata dalle incognite geopolitiche Il futuro dell’energia solare è nello spazio. E’, infatti, possibile attivare pannelli fotovoltaici che captano i raggi del sole direttamente in orbita, dove si captano 1.366 watts/m2; superando problemi fisici come la situazione meteorologica, il rapporto esposizione solare/ore e la latitudine. La società Space Energy ha annunciato di voler lanciare in orbita satelliti che funzionano come centrali fotovoltaiche, in grado di generare e trasmettere energia elettrica ai ricevitori sulla Terra, attraverso onde radio a bassa frequenza. Da una pannellazione di un chilometro si può, infatti, ricavare energia equivalente alla produzione annua di tutti i giacimenti di petrolio esistenti. Così come bel caso di tante altre recenti rivoluzioni nella cultura e nella società – basta pensare ad internet – il progetto della Space Energy ricalca un precedente studio militare del governo degli Stati Uniti che risale all’ottobre 2007. Lo US National Security Strategy, infatti, aveva il mandato, da parte del Dipartimento della Difesa, di ricercare alternative all’attuale paradigma energetico basato sul petrolio, al fine di garantire la sicurezza energetica nazionale. Gli USA sono un importatore netto; quindi, i principali strateghi del […]

Eni, affari in Libia con Gazprom

Piccola crisi diplomatica con gli USA, scontenti che i russi facciano affari in Africa grazie ad Eni Eni si è rivelata una delle migliori aziende con cui fare affari, per la russa Gazprom. Lo scorso gennaio, il Washington Times ha rivelato che le due aziende energetiche stanno per chiudere una joint venture in merito allo sfruttamento di giacimenti petroliferi in Libia. Sono lontani i tempi in cui Gaetano Salvemini bollava il Paese africano, per gli interessi italiani, “una scatola di sabbia”. Per adesso non ci sono state altre indiscrezioni. Quel che è certo è che, dopo 36 dalla rottura dei rapporti diplomatici a seguito dei fatti di Lockerbie, nel mentre Washington e Tripoli riallacciano le relazioni, la notizia è stata vissuta dalla diplomazia americana come una beffa. Gli interessi strategici americani inducono gli esperti a ritenere Gazprom una testa di ponte per la Russia in Libia. Il fatto che sia Eni a segnare l’ingresso dell’azienda russa in Africa del nord è ancora più preoccupante. Eni, e l’Italia, sono dei partner strategici per Tripoli. Il Leone a sei zampe è il primo operatore estero del Paese, con 550.000 barili al giorno. Il WT ha descritto gli umori della diplomazia americana e […]

Presidenziali Brasile 2010, Lula sceglie Dilma Rousseff

L’ex guerrigliera lancia la sfida ai socialdemocratici. Nonostante il grande consenso di Lula, le elezioni saranno difficili. L’investitura è, in fine, giunta. «Mi piacerebbe che il Paese, dopo di me, fosse governato da una donna. Lei c’è già: è Dilma Rousseff». Il presidente del Brasile, Luiz Inácio da Silva, detto Lula, quindi, ha chiaramente indicato chi dovrebbe succedergli alla carica di presidente. Per le elezioni presidenziali del 2010, il candidato del partito del presidente, il Pt (Partito dei lavoratori), sarà l’attuale Capo Gabinetto. La scelta arriva al momento opportuno. Lula, infatti, gode di un consenso fortissimo, stimato intorno all’80%. Ma, secondo alcuni analisti, questo stesso consenso non è facilmente “trasportabile” in capo ad un altro candidato. Non basta l’indicazione di Lula, quindi; ma una campagna organizzata per tempo. Il presidente avrebbe scelto l’attuale Capo Gabinetto per due ordini di motivi. Innanzitutto, Lula ha escluso una modifica della costituzione per rimuovere il divieto di tre mandati consecutivi – come ha fatto recentemente Chavez in Venezuela -. Egli, quindi, deve individuare un successore nel Pt. La scelta sarebbe caduta sulla Rousseff, secondo quanto sostenuto dal magazine conservatore Vieja, in quanto i due avrebbero raggiunto un accordo dietro le quinte. La Rousseff, al […]

Females in front per le pari opportunità

Females in front e alcuni europarlamentari sono a caccia di firme per chiedere alla Commissione Ue di incardinare una donna in almeno uno dei quattro posti chiave che si eleggeranno a breve. 250 milione di donne in Europa ed un solo leader, Angela Merkel. In compenso, c’è chi incardina ex soubrette nel dicastero delle Pari opportunità… «Le donne devono lavorare il doppio degli uomini per essere stimate la metà», diceva Simone De Beauvoir: ma in politica le proporzioni sembrano essere ancora più sfavorevoli. Ecco, allora, che l’associazione Females in front – animata da europarlamentari di tutti gli schieramenti – dà vita ad una petizione popolare per richiedere alla Commissione di garantire attraverso misure ad hoc quei principi di pari opportunità di genere, previsti dai trattati Ue. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme per chiedere alla Commissione di eleggere almeno una donna nei quattro posti chiave Ue che si sceglieranno a breve: presidente dell’Unione, ministro degli Esteri, presidenti della Commissione e del parlamento. In cinquant’anni di Europa, infatti, mai c’è stata una presidente della Commissione. Ancor’oggi i numeri i rivelano una realtà fatta di discriminazioni: 9 commissarie Ue contro 18 uomini, una sola premier e solo il 25% di ministre, […]

Argentina, processo alla Junta

Compare in tribunale Jorge Carlos Olivera Rovere, colui che ha gestito e pianificato gli internamenti nei campi di reclusione dei dissidenti, dove hanno trovato la morte almeno 300.000 desaparecidos. L’Argentina processa il suo passato. Presso la sezione numero 5 del Tribunal Oral Federal di Buenos Aires è, finalmente, convenuto il generale Jorge Carlos Olivera Rovere; accusato di essere il massimo responsabile logistico e strategico dei centri di detenzione entro i quali scomparivano i desaparecidos, durante gli anni della Junta militare di Jorge Rafael Videla. Dal 1976 al 1983, sotto la dittatura dei militari, l’Argentina è stato uno dei più tragici teatri dell’Operazione Condor, la campagna illegale di repressione dei dissidenti – soprattutto comunisti e socialisti – perpetrata dalle dittature fasciste del Cono Sud, attraverso torture ed assassini. I dissidenti venivano prelevati e abusivamente deportati nei campi di concentramento illegali dove venivano torturati ed uccisi. Si stima che la Guerra Sucia lanciata dalla Junta abbia mietuto come minimo 300.000 vittime. Olivera è accusato dell’assassinio di quattro rifugiati uruguagi, 116 sequestri e “desapariciones” e altri numerosi casi di tortura. Nonostante egli fosse stato subito riconosciuto come una delle teste dell’Operazione Condor, in questi anni era sempre riuscito a cavarsela. Prima, grazie all’amnistia […]