Chi c’è dietro il disastro rifiuti a Napoli

“Napoli avrà finalmente un servizio competitivo e moderno che cambierà le abitudini dei cittadini”, proclamò l’assessore Ferdinando Balzamo, l’11 marzo 2000, con quella solennità che si addice al taglio dei nastri. Nasceva Asìa e Napoli si dotava di una municipalizzata per i rifiuti; o, meglio, di un’azienda d’igiene urbana che avrebbe gestito il comparto con “l’efficienza del privato”. Così si profetizzava, infatti, all’epoca della programmazione negoziata, allorquando sarebbe bastato trasformare gli enti pubblici in Spa per risolvere i problemi delle disastrate burocrazie italiane. Peccato che già allo stappo degli spumanti, in agenda ci fosse il tema del passaggio all’Asìa dei dipendenti del Comune, delle aziende private – quasi si fosse trattato della nazionalizzazione delle assicurazioni di Giolitti – e degli Lsu; a riprova che, per lo Stato, in Campania, anche nelle società, viene sempre prima la logica dell’ammortizzatore sociale. Giusto o sbagliato che sia, non è un giudizio di valore ma una constatazione. Mentre per l’affaire monnezza, governo ed enti territoriali si rimbalzano le responsabilità, però, vale la pena verificare se questo “servizio competitivo e moderno” abbia adempiuto alle magnifiche sorti e progressive consustanziali al magico acronimo “Spa”. In particolare, Asìa subappalta ai privati il servizio rifiuti in due terzi della […]

La normalizzazione dell'emergenza rifiuti

Napoli – Pneumatici bruciati, di auto e di tir, lavatrici, scorie di varia foggia, colore e puzza. Sono sullo svincolo di via Giliberti in via Galileo Ferraris, zona Napoli est, a pochi chilometri dalla stazione centrale e dal Centro direzionale, l’avveniristico quartiere degli affari che avrebbe dovuto simboleggiare, negli anni 90, la rinascita di una città, Napoli, schizzofrenicamente oscillante tra brevi ed illusori rinascimenti e lunghi e bui medioevi. E’ la dolorosa cartolina che Terra ha voluto scrivere per i suoi lettori. Il viaggio parte dall’inizio dell’Asse Mediano – grande bretella fra Napoli e i comuni dell’aria nord e flegrea -, a metà fra le zone della Toscanella e di Chiaiano, da una parte, e Scampia, dall’altra. La superstrada si arrampica fra grigi palazzoni e brandelli di campi, che ci raccontano di quando Chiaiano era sola nota per una pregiata produzione di ciliegie. Un’intera piazzola dell’Asse Mediano, davanti a Scampia, è occupata da rifiuti. Sotto, prima dei palazzoni dell’edilizia 167 che si stagliano all’orizzonte, dei campi, percorsi da strade rustiche, anch’esse cosparse di immondizia, per le quali si aggirano romanì o sinti intenti a pizzicare qualcosa da riciclare. Percorrendo la superstrada si sbuca in un altro luogo oramai noto in questa geografia dell’anima […]

La normalizzazione dell’emergenza rifiuti

Napoli – Pneumatici bruciati, di auto e di tir, lavatrici, scorie di varia foggia, colore e puzza. Sono sullo svincolo di via Giliberti in via Galileo Ferraris, zona Napoli est, a pochi chilometri dalla stazione centrale e dal Centro direzionale, l’avveniristico quartiere degli affari che avrebbe dovuto simboleggiare, negli anni 90, la rinascita di una città, Napoli, schizzofrenicamente oscillante tra brevi ed illusori rinascimenti e lunghi e bui medioevi. E’ la dolorosa cartolina che Terra ha voluto scrivere per i suoi lettori. Il viaggio parte dall’inizio dell’Asse Mediano – grande bretella fra Napoli e i comuni dell’aria nord e flegrea -, a metà fra le zone della Toscanella e di Chiaiano, da una parte, e Scampia, dall’altra. La superstrada si arrampica fra grigi palazzoni e brandelli di campi, che ci raccontano di quando Chiaiano era sola nota per una pregiata produzione di ciliegie. Un’intera piazzola dell’Asse Mediano, davanti a Scampia, è occupata da rifiuti. Sotto, prima dei palazzoni dell’edilizia 167 che si stagliano all’orizzonte, dei campi, percorsi da strade rustiche, anch’esse cosparse di immondizia, per le quali si aggirano romanì o sinti intenti a pizzicare qualcosa da riciclare. Percorrendo la superstrada si sbuca in un altro luogo oramai noto in questa geografia dell’anima […]