Nominato Koh, prosegue la strategia multipolare americana

Il preside della facoltà di legge di Yale alla posizione di consulente legale del Dipartimento di Stato, mentre i neocon insorgono Obama ha inaugurato una nuova politica estera americana più internazionalista e multilaterale, che si sostanzia, anche, in un differente approccio verso gli strumenti di diritto internazionale. Una strategia realista – nonostante le critiche dei conservatori che lo accusano di seguir più gli ideali che gli interessi – che elabora il lutto della fine dell’egemonia americana ed accetta l’idea di un mondo multipolare. Da questa impostazione discende la nomina di Harold Hongju Koh, preside della facoltà di legge di Yale, alla posizione di consulente legale del Dipartimento di Stato. Per i conservatori si tratta della fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso: Koh sarebbe il campione del “transnazionalismo”, quell’approccio che postula la superiorità del diritto internazionale sull’ordinamento nazionale. Il New York Post l’ha bollato come “l’asso della disobbedienza”. Le preoccupazioni conservatrici hanno delle ragioni: c’è un’ostilità globale verso gli USA, in gran parte legata all’approccio unilateralista e guerrafondaio di George W. Bush. Molti organismi internazionali si ispirano ad un terzomondismo anticapitalista per il quale gli USA sono “il grande Satana”. Ma l’approccio riformista di Obama si svolge dentro le […]

Obama, via libera alla California verde

Il presidente sblocca la situazione di dipendenza politica cui era stata sottoposta l’Agenzia ambientale americana da Bush. Ritorna il Clean Air Act in California. Il 26 gennaio, il presidente Obama ha firmato due importanti regolamenti concernenti il tema delle politiche ambientali. Il primo rappresenta un protocollo programmatico che, con l’obiettivo di ridurre i gas serra, anticipa al 2011 le scadenze che Bush aveva fissato al 2020: una netta inversione di rotta rispetto al provvedimento dell’ex presidente che, in pratica, scaricava anche i “costi politici”, oltre che economici, ad una data tanto lontana da non dover fattivamente interessare la propria amministrazione. La presidenza Obama, invece, si assume completamente la responsabilità della riconversione energetica, fissando obiettivi che devono essere raggiunti già in questo mandato. L’altro provvedimento approvato dal presidente concerne il reintegro dei poteri speciali concessi alla California in tema di regolamentazione dei gas serra. Grazie al pioneristico Clean Air Act del 1970, lo Stato della California poteva, infatti, approvare regolamenti anti-inquinamento sperimentali e anche più severi rispetto alle leggi federali, previa approvazione da parte dell’Epa, l’Agenzia di protezione ambientale americana. Dall’anno scorso, l’Epa ha, in pratica, inibito questa potestà concessa alla California. La mossa dell’attuale presidente è, quindi, di grande portata. […]

Accordo sul nucleare USA-Emirati

L’Iran è pronto ad andare avanti nell’arricchimento dell’uranio, nonostante le sanzioni ONU. Parte una escalation per il “nucleare civile”in Medioriente. Primo grattacapo per Obama Gli Stati Uniti hanno recentemente siglato un accordo con gli Emirati Arabi Uniti per lo sviluppo congiunto del nucleare civile. Il patto è stato firmato il 15 gennaio scorso fra Condoleezza Rice e la controparte Abdullah bin Zayed al-Nayhan. Un accordo fortemente voluto da George W. Bush.  Il “canto del cigno” o “il colpo di coda” dell’amministrazione uscente? Allo stato attuale, dal mio punto di vista, ci sono molte perplessità. Come giudicare una presidenza che – a fine mandato – sarebbe dovuta restare in carica per l’ordinaria amministrazione e, invece, si è lanciata in un’operazione di tale portata internazionale, in un ambito dibattuto e controverso come il nucleare? Il tutto dopo che Obama, nel suo programma di governo, aveva fissato come priorità il tema delle energie verdi. Inoltre, tale accordo può significativamente innescare una vera e propria escalation del nucleare civile nel Medioriente: dove molti Paesi già sono alle prese con i problemi creati dal programma nucleare iraniano; sul quale aleggiano dubbi e perplessità politiche, tecniche e di merito. Molte segreterie mediorientali, inoltre, hanno da tempo […]

Obama spende, Berlusconi taglia

Mentre l’America di Obama vira verso un approccio neokeynesiano, il governo Berlusconi taglia e propone una fiscalità regressiva; i soldi ai gruppi industriali del Nord verranno presi dai fondi europei, destinati in gran parte a Sud e lavoratori. Sud e povertà sono i grandi assenti nell’approccio politico macroeconomico di questo governo: come, purtroppo, di molti altri governi precedenti. Né misure straordinarie anticrisi o la social card – di carattere contingente – sembrano capaci di incidere su questo trend che è, invece, sistemico. In Italia l’aumento della povertà sembra essere incontrovertibilmente legato all’adozione di politiche liberiste. L’irrigidimento del patto di stabilità adottato da Berlusconi, in questo momento, non sembra essere la buona cura per un malato, l’Italia, che è grave. Il recente rapporto OCSE Growing Unequal? del 2008 è un’anamnesi precisa. Tra i 30 paesi OCSE, oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. Redditi da lavoro, capitale e risparmi sono diventati il 33% più diseguali a partire dalla metà degli anni ottanta. Il nostro Paese ha registrato il più elevato aumento nei paesi OCSE, dove l’aumento medio é stato del 12%. La polarizzazione fra ricchi e poveri ha “sterminato” la classe media. Il reddito medio del […]