Le relazioni pericolose di Berlusconi con Putin e Gheddafi

Perché l’Europa e l’America guardano con preoccupazione alle relazioni Italia-Russia-Libia. E perché anche i consumatori dovrebbero preoccuparsi. Le partnership internazionali sulle quali Berlusconi ha più investito per implementare la politica di sicurezza energetica italiana sono quelle con la Russia e con la Libia. Nella confusione fra ruolo pubblico e privato che coinvolge il nostro premier, si direbbe che Berlusconi abbia investito anche in modo extraprofessionale, compiacendosi di essere, addirittura, ottimo amico sia di Gheddafi che di Putin; al punto di concedere, al primo, un’irrituale tenda e di dedicare, al secondo, un “lettone” a Palazzo Grazioli. Ma proprio queste partnership, che dovrebbero rappresentare la punta di diamante della politica estera berlusconiana, attirano le più forti critiche da parte degli osservatori internazionali, a fronte delle discutibili credenziali democratiche di Putin e Gheddafi. L’ultima frecciata è partita pochi giorni fa dalle pagine del Corriere della Sera, dove l’ambasciatore americano David H. Thorne, con tatto e diplomazia, ha lasciato intendere che dall’Italia, gli Usa, si aspetterebbero una politica diversa verso Libia e Russia. D’altronde gli Stati Uniti sono inclini al realismo, abituati a stringere la mano ai dittatori quando servono gli interessi nazionali. “La patria è ben difesa in qualsiasi modo la si difenda” […]

Gli strani affari di Eni con la Russia

Eni vende azioni di Neft a Gazprom, potenziando il monopolista russo, mentre l’ex boiardo Khodorkovskij subisce persecuzioni politiche e marcisce in Siberia L’Eni fa ancora affari in Russia. Il gruppo diretto da Paolo Scaroni rivende le azioni di Gazprom Neft a Gazprom per 4,2 miliardi di dollari, secondo quanto previsto da un discusso accordo che risale a due anni fa. La faccenda si iscrive, infatti, nel controverso caso Yukos: allora, una delle principali compagnie petrolifere al mondo, di proprietà dell’oligarca Mikhail Khodorkovskij, un ex boiardo di Stato che, come altri in Russia, era riuscito a mettere le mani su importanti asset ex pubblici. All’inizio del 2000, Khodorkovskij era l’uomo più ricco di Russia. Divenne presto inviso a Putin, anche per il suo progetto di scendere in politica. Nel 2003, Khodorkovskij viene arrestato con le accuse di frode, evasione fiscale e riciclaggio di danaro sporco. Secondo diversi osservatori internazionali, Khodorkovskij è oggetto di un vero e proprio processo politico: viene sbattuto in Siberia in una zona avvelenata da scorie radioattive. In carcere subisce varie intimidazioni, si prende una coltellata e finisce in isolamento. La Yukos, intanto, viene smantellata e gravata dalle (presunte) tasse arretrate, per 27,5 miliardi di dollari. Ma, nella […]