La Santa alleanza

Pensavamo che fosse Berlusconi a rendere la nostra destra impresentabile. Nel quasi ventennio di governo del satrapo di Arcore, la sua presenza faceva aggregare e disfare le alleanze, non più in base a programmi e all’ideologia, vecchio arnese nel Novecento, secondo la vulgata, ma attorno al berlusconismo, una sorta di degenerazione della leadership carismatica. Berlusconi ha cannibalizzato il nostro sistema politico. Che gli effetti del berlusconismo non siano ancora svaniti, e che continui ad esistere una destra immatura e non europea, è un dato confermato dall’alleanza Udc-Pd, invocata da molti come un rassemblement riformista, che metta insieme il meglio della sinistra e del cattolicesimo sociale. Credo anch’io che questo alleanza potrebbe avere una valenza positiva e riformista, al di là della terza gamba che si troverà al duo Bersani-Casini. Vendola, come è apparso di capire l’altro giorno, prima che il governatore pugliese cercasse di lenire la sofferenza della sua base allarmata dall’accordo con Casini? Oppure, un Di Pietro “pentito”, che smetta di attaccare a testa bassa il Capo dello Stato, causa della conventio ad excludendum di cui è stato fatto oggetto da Bersani? Magari, l’alleanza includerà la famosa Lista arancione di cui si vocifera in queste ore, con i sindaci […]

Di Pietro a caccia dei voti del Pd?

I fautori del bipolarismo competitivo hanno sofferto per i successi abruzzesi di Di Pietro. E tremano per le europee. Ma siamo sicuri che il sistema politico funzionerebbe meglio con un’Idv ridimensionata? Per i profeti della governabilità – che secondo le migliori intenzioni dovrebbe coincidere con il bipartitismo – oggi, lo scandalo, si chiama Di Pietro. Ieri, le preoccupazioni andavano verso “la sinistra massimalista”, questa nefasta armata di “rivoluzionari di professioni”. Oggi, lo “spettro che si aggira” per il parlamento italiano è Di Pietro. D’altronde è palese che il leader dell’Idv sia un pericoloso “bolscevico”; altrimenti come spiegare i fiumi di inchiostro che si scrivono sul novello Lenin molisano? Dopo le elezioni in Abruzzo, ad esempio, il Corsera ha parlato di «spallate e macerie» a causa dell’Idv, pronto a «cannibalizzare» la pecorella Pd, soccombente sotto le fauci della furia giustizial-stalinista di Di Pietro. Insomma, è il “lider maximo molisano” il problema per la democrazia: no i Fiore, i Gentilini e i Calderoli. Ma qual è lo scenario istituzionale che sognano i nemici dell’Idv? Il bipartitismo competitivo? Non credo. Innanzitutto, è assolutamente ridicolo dipingere Di Pietro come un massimalista o radicale; in più di un’occasione, egli ha rimarcato la sua diversità rispetto […]