La distinzione e le regole del bon ton

A Napoli, la pedonalizzazione del Lungomare ha innescato una serie di polemiche. Inclusa quella di aver favorito la presenza invasiva e vociante di masse caciarone e volgari.

Una disputa in nome del buon gusto violato dalla giunta de Magistris che ricorda la magistrale analisi di Pierre Bourdieu ne “La distinzione“.

Il bellissimo lungomare di Napoli, come una quinta teatrale, copre quartieri poveri, degradati, piagati dalla povertà. Dietro le maestose architetture che fronteggiano Castel dell’Ovo, c’è il formicaio di Santa Lucia, un budello-ghetto, che comunica con il resto della città solo attraverso l’unico “Vico Pallonetto”. Gialle carceri di Piranesi, fra scale e condotti, scavate in un tufo malsano, fra muffe velenose, senza che un raggio di sole possa esplorare le caverne in cui si aprono dignitosi spazi di intimità: case che sono bassi; case che sembrano loculi.
Un ghetto, la cui segregazione urbanistico-spaziale è funzionale alla segregazione sociale che si è determinata ai danni della popolazione che ci vive: in condizioni malsane, di miseria e di dolore.
La pedonalizzazione del Lungomare ha fatto sì che questa plebe dolente sia ancora più presente in strada, rispetto a quando c’erano le macchine.
Restituire il Lungomare alla città ha significato restituire quello spazio ameno anche a quella parte di Napoli. Una parte di Napoli che una certa borghesia reazionaria non vorrebbe vedere.
Fra le critiche che riceve de Magistris c’è quella che, ora, grazie alla pedonalizzazione, scugnizzi e “vasciaiole” affollano il Lungomare. Magari improvvisando sgangherati mercatini, per racimolare qualche soldo.

La “borghesia illuminata” ci chiede di ordinare l’espulsione di questa plebe per decreto. Che infinita tristezza!

La bellezza del Lungomare può essere l’antidoto alla marginalità di questa gente: da sempre confinata in vicoli dove non si vede il mare. Mare che deve essere appannaggio della nobiltà di Posillipo, secondo questi soloni.

Credo che questo Lungomare se lo meriti innanzitutto questa gente semplice. Mi rattrista una borghesia che non si interroga sulle cause sociali della povertà e che canzona solo i gusti non raffinati della Napoli più semplice.

Una borghesia che non vuole combattere la povertà. Ma solo obnubilarla. Nasconderla.
Non vogliono vedere la povertà. Come in questo quadro di Georg Grosz: povertà non mostrarti! Non turbare l’estetica e i sogni tranquilli che i rentier prussiani vogliono vivere durante il loro struscio per Unter der linten…

Un piccolo resoconto dei commenti su Facebook che hanno ispirato questo post:


Comunque credo che questa sia una discussione assurda, perché non si sta minimamente contestando il legittimo desiderio delle persone di divertirsi, né tanto meno vogliamo trasformare Napoli in un museo a cielo aperto, vista anche l’impossibilità genetica…
Cosa c’entravano ieri con la Fiera dello Sport, i paninari, i venditori di trippa, di spighe e dei pela zucchine….possiamo fare i buonisti quanto vogliamo, anche a me quei ragazzi fanno tenerezza…
Sono giorni che danno fastidio con della musicaccia che arreca disturbo ai poveretti che hanno la sventura di abitare vicino sto maledetto lungomare che ormai è diventato la brutta copia di via Napoli. Non arrivate più in là di via Napoli. Questo è il vostro livello…
Oscene tamarrate che vengono propinate pur di occupare lo spazio del lungomare, perchè lo si consideri una spazio vitale. Chi organizza , ma peggio chi concede lo spazio a tal fine , potrebbe al massimo organizzare qualche fiera di paese in qualche paesino di montagna…
Non sappiamo a cosa andiamo incontro: mappatella beach o la sottospecie di Club Valtur che abbiamo visto nelle recenti foto o cosa ??!!??
AVETE VISTO CHE COS’ERA IL LUNGOMARE IERI SERA? Uno schifo assoluto. La periferia della cloaca. Bancarelle abusive , sporcizia , disordine… il lungomare come un suk del terzo mondo

 

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