L’umiliazione dei controlli

Con buona pace della scienza politica, le scelte politiche vengono assunte non in modo scientifico, ma in base ad umori, percezioni, ideologie. La politica viene da sempre fatta così. Anche dai tecnici. Il dibattito, infatti, sulla possibilità che l’Italia richieda apertamente alla Bce lo scudo anti spread è oramai incentrato sull’inasprimento delle “umilianti” condizioni che l’Europa imporrebbe al nostro paese. Dovremmo scegliere o meno una politica per paura, travaglio interiore o per convenienza? Daniel Gros, del Think tank del Ppe Ces, oggi, sul Resto del Carlino, ci consiglia di chiedere gli aiuti per convenienza. E fa bene. In realtà, nella richiesta di aiuti, seguiti da obbligazioni, di umiliante non c’è niente. E sarebbe meglio che Italia e Spagna congiuntamente chiedessero l’applicazione dello scudo alla Bce senza farsi il fegato amaro. Innanzitutto, le condizioni del Memorandum of Understanding che il paese richiedente l’aiuto deve sottoscrivere in caso di scudo sono certamente dure perché esiste il fattore B. B come Berlusconi. La Banca centrale europea è rimasta scottata dalla fregatura dell’anno scorso, quando incominciò a comprare i bond italiani per calmierare il nostro costo all’indebitamento, sull’impegno implicito che Berlusconi facesse almeno alcune di quelle riforme ipotizzate nella famosa lettera di Draghi e […]

La Santa alleanza

Pensavamo che fosse Berlusconi a rendere la nostra destra impresentabile. Nel quasi ventennio di governo del satrapo di Arcore, la sua presenza faceva aggregare e disfare le alleanze, non più in base a programmi e all’ideologia, vecchio arnese nel Novecento, secondo la vulgata, ma attorno al berlusconismo, una sorta di degenerazione della leadership carismatica. Berlusconi ha cannibalizzato il nostro sistema politico. Che gli effetti del berlusconismo non siano ancora svaniti, e che continui ad esistere una destra immatura e non europea, è un dato confermato dall’alleanza Udc-Pd, invocata da molti come un rassemblement riformista, che metta insieme il meglio della sinistra e del cattolicesimo sociale. Credo anch’io che questo alleanza potrebbe avere una valenza positiva e riformista, al di là della terza gamba che si troverà al duo Bersani-Casini. Vendola, come è apparso di capire l’altro giorno, prima che il governatore pugliese cercasse di lenire la sofferenza della sua base allarmata dall’accordo con Casini? Oppure, un Di Pietro “pentito”, che smetta di attaccare a testa bassa il Capo dello Stato, causa della conventio ad excludendum di cui è stato fatto oggetto da Bersani? Magari, l’alleanza includerà la famosa Lista arancione di cui si vocifera in queste ore, con i sindaci […]

I dati dei commerci Italia-Iran e il bluff di Berlusconi

Da Gerusalemme, Berlusconi ha sostenuto che, grazie a lui, i commerci con l’Iran sono in calo, a riprova dell’amicizia con Israele. Ciò è falso. Ecco i dati della Camera di Commercio Iran-Italia. Berlusconi ha voluto sigillare mediaticamente la sua visita in Israele con l’impegno dell’Italia a stringere il cerchio delle sanzioni attorno ad Ahmadinejad e a bloccare le relazioni internazionali con Teheran. Ma i fatti, purtroppo, ci indicano che la strategia diplomatica di Berlusconi è un bluff, alimentato da un debole governo israeliano, anch’esso bisognoso, come il nostro, di attestare di fronte all’opinione pubblica, successi inesistenti volti a rafforzare consensi vacillanti. Berlusconi ha dichiarato che dal 2007 gli scambi commerciali con l’Iran sono calati di un terzo. In realtà, gli scambi sono aumentati ininterrottamente fino al 2008, per poi assestarsi durante la crisi: “L’Italia dal 2001 al 2007 è stato il primo partner commerciale dell’Iran. Lo scambio commerciale tra i due paesi è passato da 3,5 miliardi di euro a 6 miliardi di euro”. A parlare è il segretario generale della Camera di Commercio Iran-Italia, Jamshid Haghgoo. “Negli ultimi anni, l’Iran ha negoziato contratti con oltre 30 aziende provenienti da nove paesi europei per la realizzazione di progetti energetici nel Paese, […]

La normalizzazione dell'emergenza rifiuti

Napoli – Pneumatici bruciati, di auto e di tir, lavatrici, scorie di varia foggia, colore e puzza. Sono sullo svincolo di via Giliberti in via Galileo Ferraris, zona Napoli est, a pochi chilometri dalla stazione centrale e dal Centro direzionale, l’avveniristico quartiere degli affari che avrebbe dovuto simboleggiare, negli anni 90, la rinascita di una città, Napoli, schizzofrenicamente oscillante tra brevi ed illusori rinascimenti e lunghi e bui medioevi. E’ la dolorosa cartolina che Terra ha voluto scrivere per i suoi lettori. Il viaggio parte dall’inizio dell’Asse Mediano – grande bretella fra Napoli e i comuni dell’aria nord e flegrea -, a metà fra le zone della Toscanella e di Chiaiano, da una parte, e Scampia, dall’altra. La superstrada si arrampica fra grigi palazzoni e brandelli di campi, che ci raccontano di quando Chiaiano era sola nota per una pregiata produzione di ciliegie. Un’intera piazzola dell’Asse Mediano, davanti a Scampia, è occupata da rifiuti. Sotto, prima dei palazzoni dell’edilizia 167 che si stagliano all’orizzonte, dei campi, percorsi da strade rustiche, anch’esse cosparse di immondizia, per le quali si aggirano romanì o sinti intenti a pizzicare qualcosa da riciclare. Percorrendo la superstrada si sbuca in un altro luogo oramai noto in questa geografia dell’anima […]

La normalizzazione dell’emergenza rifiuti

Napoli – Pneumatici bruciati, di auto e di tir, lavatrici, scorie di varia foggia, colore e puzza. Sono sullo svincolo di via Giliberti in via Galileo Ferraris, zona Napoli est, a pochi chilometri dalla stazione centrale e dal Centro direzionale, l’avveniristico quartiere degli affari che avrebbe dovuto simboleggiare, negli anni 90, la rinascita di una città, Napoli, schizzofrenicamente oscillante tra brevi ed illusori rinascimenti e lunghi e bui medioevi. E’ la dolorosa cartolina che Terra ha voluto scrivere per i suoi lettori. Il viaggio parte dall’inizio dell’Asse Mediano – grande bretella fra Napoli e i comuni dell’aria nord e flegrea -, a metà fra le zone della Toscanella e di Chiaiano, da una parte, e Scampia, dall’altra. La superstrada si arrampica fra grigi palazzoni e brandelli di campi, che ci raccontano di quando Chiaiano era sola nota per una pregiata produzione di ciliegie. Un’intera piazzola dell’Asse Mediano, davanti a Scampia, è occupata da rifiuti. Sotto, prima dei palazzoni dell’edilizia 167 che si stagliano all’orizzonte, dei campi, percorsi da strade rustiche, anch’esse cosparse di immondizia, per le quali si aggirano romanì o sinti intenti a pizzicare qualcosa da riciclare. Percorrendo la superstrada si sbuca in un altro luogo oramai noto in questa geografia dell’anima […]

Le relazioni pericolose di Berlusconi con Putin e Gheddafi

Perché l’Europa e l’America guardano con preoccupazione alle relazioni Italia-Russia-Libia. E perché anche i consumatori dovrebbero preoccuparsi. Le partnership internazionali sulle quali Berlusconi ha più investito per implementare la politica di sicurezza energetica italiana sono quelle con la Russia e con la Libia. Nella confusione fra ruolo pubblico e privato che coinvolge il nostro premier, si direbbe che Berlusconi abbia investito anche in modo extraprofessionale, compiacendosi di essere, addirittura, ottimo amico sia di Gheddafi che di Putin; al punto di concedere, al primo, un’irrituale tenda e di dedicare, al secondo, un “lettone” a Palazzo Grazioli. Ma proprio queste partnership, che dovrebbero rappresentare la punta di diamante della politica estera berlusconiana, attirano le più forti critiche da parte degli osservatori internazionali, a fronte delle discutibili credenziali democratiche di Putin e Gheddafi. L’ultima frecciata è partita pochi giorni fa dalle pagine del Corriere della Sera, dove l’ambasciatore americano David H. Thorne, con tatto e diplomazia, ha lasciato intendere che dall’Italia, gli Usa, si aspetterebbero una politica diversa verso Libia e Russia. D’altronde gli Stati Uniti sono inclini al realismo, abituati a stringere la mano ai dittatori quando servono gli interessi nazionali. “La patria è ben difesa in qualsiasi modo la si difenda” […]