Come sfioriscono le democrazie

L’alta conflittualità che caratterizza e condiziona il sistema politico italiano è, indubbiamente, un portato dell’assenza di una memoria condivisa pubblica. Il recente caso di Craxi ne è la riprova. La cosa, d’altronde, non è una novità: la storia d’Italia è dibattuta nei suoi tratti salienti e fondativi. Non è per alcuni il Risorgimento una rivoluzione mancata, come sosteneva Gramsci? Giolitti fu colui il quale estese il suffragio e permise l’accesso alla politica anche dei non-notabili o fu “il ministro della malavita”, come sosteneva Salvemini? La nostra identità pubblica nasce più fragile di quella di altri Paesi: è un fatto. In Inghilterra e in Francia non c’è una simile frattura su Cromwell o i valori della Repubblica. In realtà, da circa vent’anni, i partiti sono afflitti da una grande amnesia politica che non ha fatto altro che aggravare il quadro clinico. Da molti anni, la cultura politica post ideologica si è affermata come un tratto fondamentale delle democrazie occidentali. Il fenomeno, a volte, non è stato indagato come un dato di fatto ma è stato piuttosto invocato come il benemerito primato postumo del governo amministrativo depoliticizzato. Queste sorti hanno prima portato i governi tecnici, Dini e Ciampi, ad esempio; infine hanno […]