Italia, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: un costo sociale ma anche economico

Poveri ma belli, forse. Sicuramente senza una lira – pardon , euro! – in tasca e con l’economia che va a picco. Già, perché, in Italia, i ricchi, sempre più pochi, diventano sempre più ricchi; e i poveri, sempre di più, e sempre più poveri. Ce lo dice anche il Ministero dell’Economia, che oggi ha diffuso i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 2012.

Il Pd Napoli chiude a de Magistris?

Dunque, dopo l’apertura di Michele Emiliano a un accordo de Magistris-Pd a Napoli, il Pd locale insorge, rimbrotta Emiliano e sembra chiudere definitivamente verso il sindaco partenopeo. Una chiusura, forse, meno monolitica di quel che appare. Il Consigliere regionale del Pd Peppe Russo, infatti, oggi rilancia la provocazione di Emiliano. Bene. La verità è che quelli che urlano contro si notano di più. Non temo il grillismo in sé ma il grillismo che è in noi. Una posa che hanno assunto gli arancioni in passato e che ora assale il Pd. Due torti non fanno una ragione, e sono convinto che si tornerà a discutere di politica. Io credo che nel Pd ci sia ancora un dibattito aperturista, anche perché un partito che si definisce democratico e che assume come un dogma una posizione unica di chiusura mi sembra tradire il suo stesso dna; e l’auspicio di unire le varie anime della sinistra. Io dico che il Pd chiude apparentemente perchè non ha capito in cosa consisterebbe l’apertura che de Magistris proporrebbe: poltrone, operazione politica, rilancio del centro sinistra, rilancio della città? Sono dubbi legittimi e che attendono risposte. Non solo per il Pd, ma soprattutto per la città. Anche […]

Venti anni fa la camorra uccideva don Peppe Diana: per amore di noi stessi non taceremo

Moriva vent’anni fa, don Peppe Diana, il 19 marzo, nel giorno del suo onomastico come altri preti scomodi che predicavano fra la gente e che decidevano di affermare la loro presenza, ora e qui, senza aspettare la giustizia del Regno dei cieli. Le sue parole hanno dato i loro frutti. Don Diana non era solo testimonianza, ma azione. Oggi, grazie anche a don Peppe, siamo un paese migliore.

Mussolini-Floriani, il parroco e l’uso pubblico del privato

Del caso Mussoli-Floriani quello che mi interessa è: la consapevolezza pubblica e non privata della faccenda da parte di Mussolini; e la funzione salvifica e politica della Chiesa. Già, perché la sceneggiata, per essere efficace, ha bisogno di grandi interpreti e, più alta è la gerarchia, più teatrale – e politicamente utile – il perdono.

L’indegna caccia ai Rom di Poggioreale

Una piccola notizia locale, che ci racconta di odio e della nostra perdita di umanità. E senza umanità, non andremo da nessuna parte. A Napoli, a seguito di un presunto palpeggiamento di una ragazzina da parte di individui identificati dalla vittima come Rom, è partita un’indegna “caccia allo zingaro”. Una caccia promossa dagli abitanti del quartiere in cui insiste un campo, Poggioreale, a sua volta area di degrado urbano che sarebbe limitativo definire semplice periferia. Una periferia dell’anima, più che una periferia spaziale. Un non luogo dove la perdita di senso, per autoctoni o migranti, é la cifra, troppo spesso, di povertà e abbandono. Lì, si è consumata un’indegna pagina per la storia di Napoli: un tentato pogrom dai metodi camorristici, con sassaiole e intimidazioni; e con i nomadi costretti a fare le valigie e a spostarsi. Una pagina bruttissima, una vergogna per la città. L’occasione è stata sfruttata anche da politici locali, pronti a strumentalizzare la cosa e a dare la colpa al Comune e a de Magistris. Mentre nei momenti difficili le istituzioni dovrebbero unirsi, questi politicanti fanno campagna elettorale sul dolore della gente, dei Rom, in primis, costretti a vivere in condizioni inumane. Provo solo imbarazzo e […]

Tsipras e la sinistra che si divide: per perdere

E pure la lista Tsipras si è spaccata. Ci risiamo. La maledizione della sinistra. Che, come una spada di Damocle, pende pure sulla testa del Pd (consentiti tutti gli scongiuri): leggi alla voce correntoni e franchi tiratori. Ecco a voi la sinistra tafazziana dove, un giorno sì e l’altro pure, ci si divide all’infinito, per partenogenesi.

Renzi, i sottosegretari impresentabili e l’autonomia della politica

Gentile, dunque, si dimette e salva Renzi dal cul de sac in cui si era infilato. Il notabile calabrese saluta e torna a casa: togliendo Renzi dall’imbarazzo di imbattersi nella prima crisi di sottogoverno. Crisi poco giovane, non assimilabile a quel dolce stil novo a cui il poeta twitter fiorentino ci aveva abituato e che, invece, avrebbe sparso uno sgradevole olezzo da ancien regime a Montecitorio.

Le lettere Renzi – Di Maio. Altro che trasparenza, è l’ossessione grillina dei complotti

Nulla di nuovo sotto il sole. Per il M5S tutti sono casta e corrotti ai quali si contrappongono gli unici paladini del Bene e della Verità: loro. Il disvelamento dei messaggi fra Renzi e Di Maio rivela il carattere totalitario del MoVimento e l’ossessione voyeuristica di un "Grande fratello" orwelliano, di un potere bio-politico votato all’osservazione permanente delle persone, sottratte alla sfera dell’intimo e del privato da parte dei sistemi sorveglianza propri della dittature, magari via streaming.

Matteo Renzi e il Mezzogiorno dimenticato

Renzi non sarebbe disattento al Sud, ma solo interessato a un cambio di passo rispetto alle liturgie di questo meridionalismo di maniera. Credo in Renzi sul Sud. Che il meridionalismo sia diventato un totem da de-tabuizzare non ci piove, ed è condivisibile che il premier spazzi via un certo rivendicazionismo piagnone che puzza di assistenzialismo e pubblico impiego.

Renzi al governo con i voti di Cosentino?

Roma val bene Nicola Cosentino. Renzi sembra parafrasare Enrico IV di Francia che abdicò alla sua fede ugonotta per prendere il potere, dato che l’asse che sta costruendo per blindare il suo governo ci conduce direttamente a Casal di Principe. Tramite il Gal, è Berlusconi che sta fregando Renzi o viceversa? Di certo, qualcuno dovrà spiegare come sia potuto finire il boy scout che voleva cambiare verso al Paese a tessere trame machiavelliche con Cosentino.

Renzi, cambio verso o retromarcia?

Non è chiaro decifrare il fenomeno Renzi. Con il ben servito a Letta e il ruolo di premier che si approssima, Renzi potrà o dimostrare di essere un fuori classe della politica oppure rivelarsi un flop. Ho molta fiducia nel carisma di Renzi, ma non al punto di crederlo capace di convincere questi parlamentari a suicidarsi.

Napolitano, i complotti e la democrazia reale

Solo in Italia l’ottimo lavoro giornalistico di Alan Friedman poteva diventare la prova provata di un complotto da teoria cospirazionista di terz’ordine. La sua inchiesta svela un aspetto interessante delle democrazie reali, di come cioè funzionino i nostri sistemi politici. Le scelte, sono assunte da elites che frequentano gli stessi posti, come Saint Moritz, provengono dalle stesse università blasonate, e che, pur nella differenza fra destra e sinistra, condividono alcuni valori.

Parlamento mortificato dalle intimidazioni grilline

Trasformare il parlamento in una caciara, è funzionale a delegittimare i luoghi stessi della rappresentanza democratica e dunque della democrazia: per dare la stura a pulsioni o esperimenti antidemocratici. Altro che superamento del parlamentarismo in nome della democrazia diretta e dell’uno vale uno! Sono assolutamente convinto che molti di questi ragazzi non capiscano il vulnus che stanno arrecando alla nostra democrazia.

De Magistris-Pd, come si vincono (o perdono) le elezioni

La sinistra tafazziana che si divide è un leit motif della storia italiana. Dividersi per perdere. Dividi et impera, dicevano i romani: ma per dividersi, a sinistra, non serve un Machiavelli liberale che faccia implodere il fronte riformista e socialista. La sinistra basta a se stessa. Per autodistruggersi, of course. Dalla storica scissione di palazzo Barberini fra Psi e Psdi, alle baruffe dell’Ulivo, le sorti di de Magistris a Napoli sono l’ultimo caso da manuale. Creare un fronte unico fra Pd, Sel e arancioni (che poi non esistono: de Magistris è forte di un consenso personale e indipendente) o continuare ognuno per la propria strada? Innanzitutto, non sono destituite di fondamento le riflessioni circa la natura massimalista dell’ex magistrato che mal si concilierebbe con la nuova cultura New Labour del partito renziano. Eppure, Renzi persegue – seguendo la strada di Bersani con l’alleanza Italia Bene Comune – una sorta di federazione con Nichi Vendola, che non possiamo sicuramente definire un conservatore alla destra di de Magistris. Eppure, Renzi sembrerebbe orientato a dare il via libera ad una strana operazione che Chiamparino sta mettendo su in Piemonte per preparare la sua candidatura a governatore: una lista civica, con pezzi di Nuovo […]

De Magistris ha la maggioranza dei consensi, nonostante l’isolamento politico

Secondo l’ultimo sondaggio Ipr marketing pubblicato oggi dal Sole24Ore, il consenso di Luigi de Magistris alla guida di Napoli è pari al 51% degli elettori, la maggioranza assoluta degli aventi diritto. Un ottimo risultato, come quello ottenuto a Milano da Giuliano Pisapia, e ben più di quanto raccolto da sindaci come Pizzarotti a Parma, Orsoni a Venezia, Merola a Bologna e Doria a Genova. Alcune considerazioni: solo superficialmente una parte del larghissimo consenso guadagnato da de Magistris due anni fa in occasione delle amministrative che lo portarono sullo scranno più alto di Palazzo san Giacomo è stato eroso. Il sindaco mantiene ancora la maggioranza assoluta, tale da poter nuovamente essere rieletto alla carica di primo cittadino, indipendentemente dalla maggioranza politica di sostegno. Egli è riuscito inoltre a costruire un consenso che va ben al di là della somma delle preferenze dei suoi partiti di riferimento; consenso che perdura ancora oggi, a due anni dalle elezioni e nonostante la reiterata opposizione di Pd e Sel alla sua esperienza amministrativa. Nonostante l’isolamento politico e i desiderata dei partiti, dunque, de Magistris è ancora il sindaco voluto dalla maggioranza dei napoletani. L’indipendenza dai partiti confermata dall’ultima rivelazione, in particolare, più che evidenziare una […]

Tensioni d’Oriente. La guerra Russia UE per l’Ucraina

Brusco stop per la politica di vicinato vero Est dell’Unione Europea. L’Ucraina, infatti, con la quale era stato instaurato un dialogo già da qualche tempo, ha dichiarato che si ritira dai colloqui che si sarebbero svolti nei prossimi giorni a Vilnius in Lituania.  Per la UE è solo una mezza sconfitta, visto che mentre Kiev chiudeva le porte in faccia a Bruxelles, la più piccola ma strategica Moldova sottoscriveva l’accordo di associazione con l’Unione europea al vertice sul Partenariato orientale. Per quel che riguarda i rapporti Kiev-Bruxelles, il primo ministro ucraino Mykola Azarov ha precisato che le trattative finalizzate ad una associazione con l’Unione sono cancellate dall’agenda corrente in quanto la Russia, forte dei crediti vantati per le forniture di carattere energetico, ha deciso di applicare una serie di sanzioni che stanno mettendo in seria difficoltà il Paese. La verità è che in corso una vera a propria guerriglia economica che ostacola o impedisce con i pretesti più speciosi le esportazioni di Kiev verso Mosca. Ciò nonostante, l’Ucraina è alle dipendenze della Russia. La tensione commerciale fra i due paesi ha determinato una contrazione dell’economia ed una emorragia delle riserve in valuta di Kiev che solo quest’anno sono scese di […]

Draghi, Hollande e la malaise europea

Giovedì 7 novembre la BCE ha deciso, a sorpresa, di tagliare il costo del denaro di un quarto di punto raggiungendo il minimo storico dello 0,25%. E’ il quinto taglio consecutivo a partire dal settembre del 2011, il quarto della presidenza Draghi. A quanto è dato sapere, la riunione in cui è stata adottata tale misura è stata drammatica, con il partito dei falchi capeggiato da Jens Weidmann ad esercitare la consueta azione di freno. Tuttavia, quello che potremmo definire il blocco mediterraneo più alcuni Paesi della periferia ha fatto valere – finalmente ! – il suo peso numerico e politico. E questa è certamente un’ottima  notizia. Nel commentare la decisione, Draghi ha cercato di sfumare i contrasti ed ha parlato di un provvedimento scaturito da un “outlook modificatosi solo nelle ultime settimane”, dichiarando che l’Eurotower  è pronta a ritoccare ulteriormente al ribasso il tasso di riferimento per combattere la debolezza della congiuntura nell’eurozona. In realtà, molti qualificati osservatori anche di Oltreoceano auspicavano da diverso tempo una misura del genere e continuano a ritenere reale il pericolo che i principali Paesi cadano nella trappola della deflazione come il Giappone negli anni ’90. Le rilevazioni parlano di un’inflazione allo 0,7%, l’analisi […]

#Irlanda e la bufala dell’austerità espansiva

L’austerità espansiva esiste e la dimostrazione è il caso dell’Irlanda, chiosano i corifei del pensiero unico. Ma è veramente così? Il salvataggio deliberato nel novembre del 2010 pari a 85 miliardi di euro in favore dell’Irlanda parrebbe, infatti, dare buoni risultati. Il Fondo ha dichiarato che il Paese sta “svoltando” e a fine anno sarà in grado di recuperare la sua piena sovranità economica ripresentandosi sui mercati internazionali dei capitali. Le vestali del pensiero unico dominante, i sacerdoti dell’austerità risanatrice possono dunque dare fiato alle trombe e proclamare che se la terapia funziona in Irlanda non potrà che portare i suoi frutti anche negli altri Stati oggetto di salvataggio nonché in quelli (il pensiero corre all’Italia) che, sebbene in piedi, versano tuttavia in grave difficoltà: è solo questione di tempo. Cerchiamo di verificare questo assunto dando spazio alle cifre. Cominciamo con l’osservare che l’economia dell’isola atlantica cresceva ininterrottamente dal lontano 1984 e, a partire dal 1995, la crescita (con punte del 7/8% annuo) si era fatta tale da meritarle l’appellativo di Tigre Celtica; ancora nel 2007, alla vigilia della grande crisi, la performance era del 4,7%. Vari fattori erano e sono tuttora ovviamente alla base di queste performance; l’Irlanda è […]

#Spagna, sangue, arena e austerità

Anche se la crisi greca continua ad occupare le prime pagine dei giornali, nel mentre si addensano nubi minacciose anche all’orizzonte della Slovenia, è bene non dimenticare l’evolversi della situazione in Spagna che da sola rappresenta più del doppio delle economie della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda, tre dei Paesi già oggetto di bail out da parte dell’Europa e dell’IMF.  A partire dalla fine degli anni ’90 e sino al fatale 2007/2008, l’economia iberica faceva registrare una lusinghiera performance, con un tasso medio di sviluppo del 3,7%, un bilancio in situazione di sostanziale equilibrio ed un debito pubblico contenuto in limiti accettabili: ancora nel 2010 il rapporto debito/PIL era del 72%, contro il 77% della Germania, ed anche ora al 92% regge il confronto con l’82% tedesco. Siamo, dunque, al di fuori della stucchevole diatriba fra le virtuose formiche del Nord e le prodighe cicale dell’Europa mediterranea. Fatto sta che la crisi ha colpito duramente il Paese iberico, come gli altri partner europei, ma le ragioni strutturali dell’attuale sofferenza economica sono evidentemente anche altre. Nel 2000, l’indebitamento del settore privato – incluse ovviamente anche le banche – in Germania era pari al 165% del PIL, nel 2010 era sceso al […]

Le febbre cinese

Nel momento in cui le economie dei principali Stati, sotto il morso della crisi, si contraggono o ristagnano, come va per la Cina? Può essere un modello? Vale la pena ricordare come, in questi anni, nell’Europa dell’austerità, si è blaterato di come l’Unione Europea sarebbe stata salvata proprio da Pechino, grande motore del nostro export. Questo progetto è credibile? Apparentemente, il modello cinese funzionerebbe. Il gigante asiatico, negli anni compresi fra il 2000 ed il 2012, ha fatto registrare un tasso medio di incremento del PIL pari al 16,5%; appena inferiore è stata la crescita del PIL pro-capite, pari al 13,8% annuo. Ma la verità è più complessa; la crisi ha influenzato e non mancherà di condizionare nel prossimo futuro anche Pechino. L’Impero di Mezzo, infatti, ha potuto realizzare un immane processo di modernizzazione e di sviluppo attraverso un sistema basato sull’export, tale da garantire quei flussi finanziari che gli consentono di soddisfare la sua inesauribile sete di materie prime e di garantire l’acquisto delle tecnologie occidentali. Ma fare i conti su di una Cina “spugna” del sistema è molto più rischioso. Nell’ambito della programmazione quinquennale di quella che si autodefinisce “economia socialista di mercato”, la traiettoria di sviluppo scelta […]

Killing Greece softly

Killing me softly. La Grecia intende coprire parzialmente il fabbisogno di finanziamenti che si prospetta l’anno prossimo attraverso un roll over di titoli di Stato a scadenza marzo 2014 da 4,5 miliardi di euro. Lo ha dichiarato il Ministro delle Finanze ellenico, subito dopo la visita degli esponenti della Troika. Nonostante anche l’Fmi ammonisca che, senza un hair cut al debito greco, si uccide solo il Paese, al fine di tutelare i creditori. Non i greci. Questi i fatti. I consulenti Fmi-Ue-Bce hanno, infatti, da poco lasciato Atene per valutare un esame della situazione economica del Paese. Fra gli argomenti in discussione, la definizione del versamento di un’ulteriore tranche del secondo bail out e la verifica della fattibilità di un terzo piano di salvataggio. Cerchiamo allora di fare il punto lasciando la parola alle cifre. Dall’inizio della crisi, l’economia ellenica si è contratta di circa il 25%, il declino nel 2013 si adeguerà al 5%, la disoccupazione è al 27,6%, a livello giovanile raggiunge addirittura il 64,9% e ciò malgrado sia ormai in corso un vero e proprio esodo di lavoratori verso i più svariati paesi. Il debito pubblico viaggia verso il 176% del PIL. I tagli effettuati ai vari […]

Le larghe intese dell’oligarchia

Pubblico una mia risposta ad Umberto de Gregorio su di un tema scoppiato su Fb e che riguarda i referendum e il rapporto fra Pd e de Magistris a Napoli. Caro Umberto, la strada dell’inferno (politico) è lastricata di buone intenzioni. Ora ti dico perché con il tuo operato stai favorendo una vittoria della destra a Napoli. Il tuo forum Fb “Fumo”, innanzitutto, ospita poche critiche costruttive all’attuale amministrazione ma soprattutto opinioni che definiscono, di volta in volta, de Magistris come un pericoloso demagogo, un pregiudicato, il peggiore sindaco della storia di Napoli. Giudizi così definitivi favoriscono il dialogo? Non penso. Sono credibili, tali giudizi, in un territorio che è stato spesso governato dalla malavita? In questo gioco al massacro, dai ospitalità a vecchi arnesi del Pd, alle prese con inchieste che vertono sul disastro dei rifiuti e sull’avvelenamento della nostra terra – altro che le risibili multe della Tommasielli (ovviamente gravi, se così deciderà la sentenza definitiva). Fumo tracima bile di ex delle partecipate bassoliniane e financo di simpatizzanti di destra, come hai scoperto a tue spese quanto hai censurato post che riempivano di fango sia LdM che il Pd. La balla di Fumo come luogo del dialogo sarebbe […]

Il caso Zaleski, Intese capitali

Non solo Telecom e Alitalia, fra gli esempi del capitalismo relazionale italiano. Il caso di Banca Intesa e del finaziere Zaleski è, infatti, un’altra bomba pronta ad esplodere. Proprio in Cai, Banca Intesa è sia creditrice che azionista. E sono i recenti scontri in questa banca a raccontarci un’altra storia di amicizie e favori, molto poco liberale. Intesa è attualmente reduce da un forte scontro al vertice che ha visto anteposti Giovanni Bazoli, da anni il vero e proprio dominus della banca milanese, ed Enrico Tommaso Cucchiani, da meno di due anni consigliere delegato e CEO della stessa; motivo del contendere il conflitto fra un modello di governance basato sul sistema Consiglio di Amministrazione/Consiglio di Sorveglianza, sostenuto dal professor Bazoli e un più snello e manageriale sistema fondato sul solo CdA, preconizzato da Cucchiani. Fatto sta che quest’ultimo, sconfitto, alla fine di settembre, ha rassegnato le dimissioni, addolcite alquanto da una buonuscita di 3,6 milioni di euro e da un indennizzo per mancate retribuzioni di 3,4 milioni. Questa diatriba, però, è solo una foglia di fico dietro alla quale si cela un ben più scabroso affaire che fa capo al finanziere Romain Zaleski. Costui, francese di origine polacca, si è […]

#Monnezzopoli, la legge ferrea dell’oligarchia

Da alcuni giorni impazza,a Napoli, la polemica fra il vice sindaco Sodano e Massimo Paolucci.  Non è la difesa bloggerista d’ufficio di Sodano che mi interessa, quanto analizzare la figura di Paolucci, a suo modo paradigmatica di un partito, il Pd, che piuttosto che aprirsi alla società, riproduce all’infinito oligarchie autoreferenziali. E che, nel caso napoletano, lungi dall’aver dato spazio ai tanti, valenti, giovani che all’interno del partito conducono battaglie di civiltà, ha blindato una classe di mandarini e l’ha promossa a deputato. Senza meriti particolari, tranne l’affiliazione e la fedeltà. Anzi, premiando la fedeltà a scapito dell’eccellenza.   Chi è Paolucci? Sarebbe mai stato eletto deputato se non esistesse il Porcellum? Ci soccorre la sua biografia, presente sul sito del Comune di Napoli. Massimo Paolucci è nato a Napoli nel 1959. La sua passione politica si esprime fin da giovanissimo: a soli dodici anni si fa promotore di una protesta contro le pessime condizioni strutturali dell’edificio dove è situata la sua scuola media. A 14 anni si iscrive al gruppo de Il Manifesto e a 16 matura la scelta di impegno cattolico nel gruppo “Gioventù Francescana”. Nel 1977 si iscrive al PCI dove, a partire dal 1979, collabora al […]

Le verità e i conti

La verità è rivoluzionaria, diceva Gramsci.  Ma, sui conti pubblici, sembra prevalere l’ottimismo della volontà, al pessimismo della ragioneria. In tema di finanze, la doxa, l’opinione, si adagia sulla parresìa, la verità vera, come un velo di Maya. A questa operazione di occultamento delle nostre finanze non sono alieni gli stessi tecnici del ministro Saccomanni che, mentre in questi giorni si temeva la caduta di Letta, si limitava ad assicurare i mercati che un eventuale cambio di governo non avrebbe mutato l’impostazione data dal suo dicastero ai conti. Un’impostazione recessiva, che si ispira alla fandonia dell’austerità espansiva, e per la quale ogni taglio di tasse, in modo ricattatorio, deve essere vincolato ai tagli alla spesa pubblica: spesa sociale, obviously, giacché la spesa militare non si tocca. Ecco che, per alimentare la vulgata dell’austerità espansiva e che “facendo i compiti a casa, vediamo la luce alla fine del tunnel”, si è costretti a dare numeri e fare previsioni assolutamente irrealistiche. Premesso che il 2013 si concluderà con un’ennesima contrazione di almeno l’1,7%, il Def, infatti, ipotizza una crescita nel 2014 dell’1% e poi, sino al 2017, rispettivamente dell’1,7%, dell’1,8% e dell’1,9%. Numeri ben diversi da quelli del Fondo Monetario Internazionale, che […]

#Lampedusa, l’Italia clandestina che viola la legge

Abbiamo trasformato il Mediterraneo in un mare di dolore e morte. Eppure, non perdiamo l’occasione di fare gli sciacalli, come dimostrano i vergognosi attacchi della Lega a Boldrini e Kyenge. Abbiamo trasformato il Mediterraneo in un campo di battaglia. Eppure cerchiamo di ripetere la solita tiritera: è colpa degli altri, dell’Europa o di qualche altra organizzazione internazionale. E’ solo colpa nostra. Colpa della nostra politica. Colpa delle nostre scelte. O delle nostre collusive inazioni. Dell’incapacità della politica di mettere mano ad una normativa berlusconiana, fascista e razzista, per la quale l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia di Strasburgo. Neanche sulle armi in Siria si è infatti raggiunto un così imbarazzante consenso da parte delle organizzazioni internazionali. Un consenso che esiste circa l’incapacità dell’Italia di gestire il problema dei migranti con un decente standard di livelli di protezione dei diritti umani. L’Italia, sui migranti, è un paese clandestino, illegale, sans papier. Siamo abusivi. Ci hanno bocciato: il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite, l’Alto Commissariato per i Diritti Umani, la Corte Europea – che ha chiamato in causa esplicitamente l’infausta partnership fra Gheddafi e Berlusconi -, condannandoci anche a risarcire i migranti. Per carità di patria, ometto quello […]

Berlusconi si arrende, non il berlusconismo

Un passo indietro, per farne due avanti. Berlusconi vota la fiducia a Letta e spiazza tutti quanti, ad iniziare dai moderati parricidi che volevano farlo fuori. Apparentemente si tratta di una sconfitta: il Caimano piegato da una fronda di suoi ministri e parlamentari “moderati”. Ho già discusso su alessiopostiglione.com di quanto le colombe del Pdl, con le quali i democrat tubavano gongolandosi, fossero più diversamente falchi che vera espressione di un conservatorismo europeo e responsabile. Berlusconi ha perso una battaglia, ma non la guerra. Non ha perso la chance di ipotecare nuove vittorie elettorali per la sua Forza Italia, massimalista e intransigente, alla faccia delle colombe e dei propositi delle anime belle di rimpiazzare il Cav con una nuova forza centrista “rispettabile”, di tipo gaullista. Forza Italia è egemonica nella destra italiana: basta chiedere a Fini, Monti e Casini. E continuerà ad esserlo. Con Berlusconi che lavora, oggi, ad un berlusconismo che gli sopravviverà. E che continuerà ad essere il cruccio del Pd anche quando le spoglie del Caimano riposeranno nel Mausoleo di Pietro Cascetta. Sullo sfondo, poi, continuo a non capire perché debba essere il Pd a cercare di favorire la nascita di questa taumaturgica e ideale “destra europea” […]

Diversamente colombe

A leggere i nomi delle colombe, capisco che l’ornitologia non è una scienza esatta. Colombe che mi sembrano maggiormente essere diversamente falchi. Alfano, il liberal, quello della legge bavaglio sulle intercettazioni. Cicchitto, il socialista- laico che sostenne che Eluana Englaro è stata fatta morire. Lupi e Formigoni, i ciellini vicini alla Fondazione Maugeri e politicamente protagonisti della Sanità in Lombardia. Certo, ora serve un governo. Serve approvare una legge di stabilità “politica”, senza che sia la Troika a scriverla per noi. Ma l’idea di trasformare questo ceto politico in “moderati responsabili” da premiare con qualche seggio alle prossime elezioni non mi sembra una grande idea. Non mi appassiona, soprattutto, l’idea che debba essere il Pd a costruire questa destra “europea e responsabile”, cui magari consegnare il Paese in futuro. Democrat genitori di edipi destrorsi e parricidi che nulla hanno, secondo me, di gaullista, nulla che li avvicini al conservatorismo anglosassone. Mi convince di più cercare l’intesa con i pentastellati dissidenti con i quali, invece, ci potrebbe essere una maggiore condivisione politica a sinistra. Non vorrei vedere di nuovo un Pd tafazziano che va in soccorso della destra mentre la destra lancia ai suoi danni un’Opa ostile. Pronta a sostenere, ad […]

#Telecom e i capitani (poco) coraggiosi

Telefonica andrà dunque a rilevare nel tempo la maggioranza del capitale di Telecom Italia, cominciando con l’incrementare la quota del 46% che già detiene nella holding Telco, azionista di riferimento col 22,4% dell’azienda italiana. Un’operazione paradigmatica dei mali endemici del nostro capitalismo che, povero di capitali ma ricco di benemerenze e collusioni politiche, si impegna in operazioni puramente finanziarie, ma prive di reale valenza imprenditoriale. Operazioni che stanno portando ad un lento depauperamento del tessuto industriale del Paese. Facciamo un passo indietro nel tempo: nel 1997 Prodi decide di privatizzare l’allora monopolio pubblico dei telefoni chiamando alla guida della società quel Franco Bernabè che ne è tuttora Amministratore delegato. Ben presto, un gruppo di finanzieri, Roberto Colaninno, Emilio Gnutti, Giovanni Consorte – alcuni dei quali in seguito noti soprattutto per le proprie disavventure giudiziarie -, attraverso una “scatola vuota” di diritto lussemburghese – la Bell – compra il 23% di Telecom con un esborso di circa 5 miliardi. L’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema li elogia definendoli “capitani coraggiosi”; Bernabè, che vuole sventare l’operazione attraverso un merger con Deutsche Telecom, è costretto alle dimissioni. Nel 2001 Colaninno & Co. rivendono la quota a Marco Tronchetti Provera, che utilizza anch’egli una […]

L’Alitalia e i capitani fuggitivi

I capitani coraggiosi sono diventati i capitani fuggitivi. Stiamo parlando dei “patrioti” che – regnante Berlusconi – salvarono «l’italianità della compagnia di bandiera», nel più puro stile berlusconiano. Il cavaliere, con una chiamata, appartenendo alla stessa schiatta imprenditoriale dei “patrioti” e vantando rapporti confidenziali e amicali con questo Gotha dell’imprenditoria (continua a leggere su Europa… ) View All

Merkel, più austerità per i deboli

Frau Merkel ha vinto brillantemente le elezioni nel suo Paese ed ecco che la stampa ed il ceto politico in Italia danno fiato, come al solito, alle trombe che celebrano acriticamente la retorica della “grande Germania”. Vale dunque la pena di soffermarsi più da vicino sul risultato elettorale tedesco.   E’ chiaro che, nonostante il successo, la Merkel non potrà formare un monocolore di minoranza, escluso dalla Costituzione del Paese; i vecchi e docili alleati dell’FPD sono, per la prima volta nel dopoguerra, fuori dal Bundestag; l’SPD, dopo essere entrato nella grosse koalition nel 2005 ha conseguito nel 2009 il suo peggiore risultato elettorale: accetterà ora di ripetere quell’esperienza per ricevere alle prossime elezioni, come già l’FPD, il “bacio della morte” dei Cristiano-Sociali? Il suo attuale leader, Peter Steinbrueck, ha duramente criticato la Merkel in campagna elettorale ed il suo probabile successore, Sigmar Gabriel, ha affermato di voler conferire al partito una fisionomia maggiormente di sinistra. Restano i Verdi, ma una coalizione con loro potrebbe accentuare la svolta a favore delle energie alternative che già sta seriamente preoccupando la classe imprenditoriale tedesca, la main costituency del partito della Cancelliera. In Germania prevalgono le industrie “energy intensive” che sono penalizzate da […]

Banche, partiti e patrioti

Le banche italiane hanno resistito alla crisi meglio delle altre e sono senz’altro solide, questo il mantra propinato tanto a sinistra che a destra (“perché i banchieri italiani non sanno parlare l’inglese”, Tremonti dixit). La realtà è diversa: il MPS, vero e proprio dead man walking, toglie il sonno all’Europa e finirà con l’essere nazionalizzato. Così, non solo il Pd a Siena ma anche tutti gli altri partiti a Roma potranno partecipare allo spolpamento della carcassa. Ma ci sono anche altri casi eclatanti: la Carige di Genova è sotto di 800 milioni, BancaMarche (Macerata) di 400 milioni, il Credito Valtellinese dovrebbe reperire al più presto vari milioni per turare la falla della controllata Tercas (Teramo). Alcune osservazioni: fatte le debite proporzioni questi dissesti sono addirittura superiori a quelli del Monte perché coinvolgono realtà locali relativamente piccole; le falle derivano dall’intreccio fra l’imprenditoria e la cattiva politica rappresentata dalle Fondazioni (in cui sono presenti praticamente tutti i partiti); hanno visto, al solito, Bankitalia intervenire con il commissariamento ex post, troppo tardi. Chissà perché Bankitalia è un vero e proprio moloch e i suoi direttore generali possono e devono diventari ministri dell’economia, circondati da un’aura di sacralità ed infallibilità papale. Un’ultima osservazione: […]

Giuliano Amato il Magnifico

Giuliano Amato, “il notabile a disposizione”, come l’ha sagacemente definito Galli della Loggia. Ma anche giudice pro claris fama. In questo mio post sul mio blog su Lettera43, ne potete leggere delle belle. In questa sede, vi sottopongo solo due altre considerazioni. Era necessario fare giudice – qualcuno cioè che deve essere terzo e imparziale -, un protagonista della politica italiana dai tempi della I Repubblica? In relazione alla vicenda che è trapelata in questi giorni, relativa a delle vecchie intercettazioni che lambirono il dottor Sottile all’epoca di Tangentopoli, in cui Amato avrebbe chiesto a chi veniva ascoltato dalla magistratura di non fare nomi, alcuni giornalisti hanno tentato di intervistare, molto pudicamente in verità, Epifani ed Anna Finocchiaro: ” non conosco la vicenda”, “non ho ancora letto i giornali”, “ero fuori Roma” . Sembrano i ragazzi irresistibili, solo che Jack Lemmon e Walter Matthau, almeno, facevano ridere. D’Alema, dal canto suo, ha detto, nel corso di “Otto e mezzo”, che queste denunce potevano essere fatte prima e che, con la competenza e la reputazione internazionale di Amato, il tema non si pone. La competenza e la reputazione, dunque, fanno premio sul rigore morale e la correttezza: la Consulta è servita. Amato […]

Berlusconi lo straitaliano

Berlusconi lo “straitaliano”. Una sorta di morettiano Alberto Sordi all’ennesima potenza. “Lo straitaliano starà sempre con voi, non vi lascerà mai”, sembra ripetere paternalisticamente il Cav nel suo video messaggio. “Non vi lascerà mai, perché lo straitaliano è in voi”. “Berlusconi sei tu. Tartassato da Equitalia, dal canone, dalle multe, dai giudici per qualche piccola frode, per qualche abuso” Abusi di necessità, d’altronde: così si dice in Italia. La regole non sono la regola: ma le sanatorie, i condoni, lo sono. Nel suo videomessaggio, Berlusconi ha fatto ricorso a tutto il suo repertorio, a un vero e proprio paradigma che, negli ultimi vent’anni, ha costruito diligentemente. E che aveva irradiato già prima nell’etere, nelle vesti di imprenditore del Quarto potere. Di fronte al cerchio che gli si stringe attorno, c’è chi pensa che il Cav stia uscendo fuori scena, condannato a una debole politica; fuori dal parlamento, nel nobile ruolo di Silvio Pellico. Macché. La strategia è quella di rafforzare ancora di più l’identificazione fra lui e quel quintessenziale italiano medio a cui si è sempre richiamato: guascone, burlone, simpatico ma poco avvezzo al rispetto delle norme civiche. Oggi, Berlusconi è ancora più sovrapponibile a questo “strapaese” che è stato […]

#Pd Napoli, franchi tiratori e franchi votanti

Post tutto cittadino, oggi, per commentare “l’appoggio” del Pd, in consiglio comunale; con le dichiarazioni del capogruppo Ciro Fiola che, in aula, ha affermato che i consiglieri democrat, nonostante la segreteria indicasse di non votare il bilancio targato de Magistris, avrebbero garantito il numero legale. Alla fine, il bilancio è passato, anche con le astensioni strategiche di alcuni consiglieri Pd. Un appoggio sui generis, dunque. Una sorta di soccorso esterno o di desistenza. Che suscita polemiche. Trovo personalmente singolare che, per un partito affetto dalla sindrome dei franchi tiratori – da Marini a Prodi fino alla querelle sul voto segreto o palese sulla decadenza del Cavaliere -, la scelta di non boicottare il bilancio de Magistris venga additata, da alcuni, con sdegno. Già mi risulta difficile capire perché il Pd possa appoggiare le larghe intese con il Caimano e non le intese a sinistra con de Magistris, sulla scena locale. Ammesso che il Pd, oggi, è opposizione al sindaco: ma non si era blaterato per anni, a tutti i livelli, di opposizioni responsabili? Che il Pd avrebbe votato i provvedimenti utili per la città? Provvedimenti che, evidentemente, i consiglieri democrat reputano “utili per la città”. Come è avvenuto, suscitando uguale […]

Il voto su Berlusconi e la volpe di Machiavelli

Chi agevolerebbe o meno il ricorso al voto segreto su Berlusconi? I veleni si sprecano: per il Pd, i grillini potrebbero bissare il comportamento della Lega che, quando si votò per Craxi, lo difese, giusto per scatenare una tempesta sulla Dc. In questo caso, ad uscirne con le ossa rotta sarebbe proprio il Pd, accusato di essere il salvatore di Berlusconi, giusto per salvare Letta. Per il M5S è il Pd che congiura. Lo dimostrano i “famosi” 101 che hanno impallinato Prodi; ma, già prima, quelli che fecero saltare Marini, che mirarono ancora più numerosi al cuore del loro Presidente della Repubblica in pectore, rispetto ai sicari del leader dell’Ulivo. Magari, per i malpensanti, sarebbero i renziani a voler dimostrare come il Pd delle larghe intese sia diventato un mostro da abbattere con nuove elezioni. Sullo sfondo, il Pdl ha tutto da guadagnare dal voto segreto, affinché, nel buio che si crea, tutti possano puntare il dito contro tutti. Allo stato attuale, secondo i regolamenti delle Camere, il voto sulle persone è segreto: perché il voto palese sia possibile, nessun senatore – e bastano 20 pidiellini – dovrebbe opporvi rimostranze e chiedere l’altro tipo di votazione. Comunque sia, il toto […]

Il governo di Napoli fra plebei e ottimati

Può un’aiuola favorire la plebeizzazione di una città? Secondo Biagio De Giovanni, filosofo, politico e rappresentante insigne della cultura napoletana, sì. Ieri dalle pagine del Cormezz, il filosofo discetta di aiuole, semafori e pedonalizzazioni, per giungere alla conclusione che, attraverso i dispositivi di mobilità, Luigi de Magistris stia favorendo questa “plebeizzazione” di Napoli che, per chi conosce De Giovanni, è un vero leit motiv del suo pensiero. Analisi non nuova, su Napoli, legata al pensiero di Croce e Gramsci, dove si postula l’assenza di una vera borghesia incapace di esprimere un’egemonia e di favorire sia il progresso che l’emancipazione di una plebe dolente, priva di “presenza” in senza crociano, che “attraversa la Storia senza possederla”. Ad una prima lettura, ero rimasto esterrefatto all’artifizio di saldare temi così elevati alla prosaica scelta di erigere aiuole. Poi ho capito che De Giovanni, più compiutamente di altri, aveva espresso un vero e proprio paradigma: lo definirei “coscienza inessenziale”, in omaggio alla passione per Hegel di De Giovanni. In effetti, l’intellighenzia napoletana, da mesi, con le sue cattedre di filosofie teoretica, si è messa a discutere appassionatamente di bici e Ztl. Per carità, argomenti degnissimi. Ma com’è possibile che invece di riflettere su diritti […]

Clausole di salvaguardia, per la destra

La governance economica mondiale ha commissariato la politica, c’è poco da fare. La parolina magica che manifesta plasticamente questa sorta di libertà vigilata dei governi nazionali è “clausola di salvaguardia”. Una clausola di guardia in cagnesco, dove l’osservato speciale è la politica. La stragrande maggioranza degli italiani ignora cosa sia questa clausola. Oggi, Saccomanni ritorna a parlarne. L’occasione è offerta dal nuovo allarme della Bce sull’Italia che potrebbe sforare il famigerato rapporto del 3% deficit-Pil. Ed ecco che Saccomani rincuora Draghi: tanto c’è la clausola di salvaguardia. Che significa? Che tutte le politiche che sono state implementate per uscire dalla crisi o semplicemente per alleviarla, sono vincolate a questa clausola: si fanno, se non superiamo quel limite. E se lo superiamo? Un bel colpo di spugna. Dimentichiamoci il blocco dell’Imu, il congelamento dell’Iva, il rifinanziamento della Cig, i fondi per gli esodati e così via. In definitiva, la grande scommessa del governo Letta è stata quella di cercare di amministrare il paese fra i marosi della crisi, senza mettere in discussione l’impalcatura generale dominante dell’austerità, che è la forma che ha assunto il capitalismo neoliberista in questo momento storico. Questo perché il governo Letta, seppur volonteroso, è espressione di forze […]

La legge elettorale e il fattore tempo

La politica è l’arte di posporre le cose fin quando diventano irrilevanti. Diceva Henry Queille, ministro della Quarta repubblica francese. Ma quando il caso Berlusconi, e la questione della sua decadenza, diventeranno irrilevanti per Letta? I valzer a cui stiamo assistendo dimostrano che alle grandi intese, fra nemici politici, vanno sostituiti piccoli accordi. Pd e Pdl, dopo due anni di governo insieme, infatti – dato che la Grosse koalition è partita da Monti –, né hanno smesso di odiarsi né hanno imparato a rispettarsi di più.       (continua a leggere su Europa) View All

The Time Factor

La questione della decadenza di Berlusconi è indecente e i contorsionismi che ci sono stati nella Giunta per le autorizzazioni a procedere stanno trasformano l’affaire in farsa. Un accordo politico del Pd per salvare Berlusconi non è in sé scandaloso, infatti. Certo, farebbe strame del diritto: la Giunta né è un organo giurisdizionale che possa emendare una sentenza definitiva né, come un giudice ordinario, ha il potere di eccepire questioni di costituzionalità e di inviare la Severino alla Consulta. Ma, proprio perché trattasi di organo politico, può decidere secondo politica: i componenti della Giunta non hanno vinto un concorso pubblico, ma hanno vinto (o forse non vinto) le elezioni. Dunque, la politica può, in linea teorica, trovare una via d’uscita, attraverso intese, interpretazioni, dilazioni. Il tempo, come in musica, in politica, conta. Accordarsi fra partner politici è fisiologico; lo scandalo, in definitiva, è che la controparte è “impresentabile”: è il Caimano, il pregiudicato Berlusconi. Allora, delle due l’una: o si fanno le grandi intese, si riconoscono gli interlocutori come legittimi e si fanno accordi politici alla luce del sole, oppure se questi interlocutori sono impresentabili, non si fanno le grandi intese. Senza salvare capre e cavoli, grazie agli interventi di […]

Puzzle siriano, le ingiuste conseguenze delle scelte giuste

ll puzzle siriano è la dimostrazione che in politica internazionale bisogna farsi guidare da equilibrato realismo più che da convinzioni etiche e morali. Le affermazioni di Kerry sull’oscenità morale del regime di Assad, benché condivisibili, svelano che si è partiti con il piede sbagliato. (Continua a leggere sul sito di Europa….) View All

Politiche 2013, i dati disaggregati di Napoli

A Napoli, la coalizione di Berlusconi al 30,33%, Bersani al 29,99 e Grillo al 24,55. L’analisi del voto disaggregato per quartieri e Municipalità, alla Camera e Senato, in Campania, dimostra il successo del Pdl a livello di ogni classe sociale, con la classica “forbice” dei partiti di destra conservatrici europei, capaci di far man bassa fra le classi sociali altoborghesi (l’en plein a Posillipo) ma anche nei quartieri del sottoproletariato urbano (Mercato, Pendino, San Giovanni, Chiano, Piscinola Marianella, Scampia). Il partito stenta nei quartieri medio-borghesi (Vomero-Arenella), caratterizzati dal voto d’opinione “legittimo”, come direbbe Pierre Burdieau, sostenuto dai più autorevoli e mainstream giornali italiani. Nell’VIII Municipalità, il partito del Presidente di Municipalità Pisani, Liberi per un’Italia Equa, prende l’1,3% e il 2,61 a Scampia, a dimostrazione di un accettabile radicamento, seppur microlocale. Discrete performance di Fratelli d’Italia e Grande Sud. Il M5S, pur essendo il terzo partito cittadino, ha un risultato notevole. Arriva il più delle volte terzo anche nelle Municipalità, ma non mancano le occasioni in cui si attesti al secondo posto, come nelle Municipalità VI, VII e VIII, e nei quartieri Pendino, Mercato, Sanità (Stella-San Carlo), dimostrando di pescare in un bacino elettorale anche di elettori probabilmente non particolarmente […]

Il Mezzogiorno sindrome dell’Europa

Il Mezzogiorno vive una condizione kafkiana. Scomparso dal dibattito politico nazionale, ricompare sotto forma di probabile destino comune dell’Italia e della stessa Europa. Molte euroregioni si sono “mezzogiornizzate”, infatti, mentre l’Italia è sempre più percepita come un Sud negletto dell’Unione. Siamo Piigs, il cui acronimo significa “maiali”, dunque non siamo solo poveri, ma anche vilipesi, a causa dell’imperante etica calvinista per la quale le nostre colpe ce le meritiamo. Non a caso, in tedesco, schuld indica sia debito che colpa. La stessa Europa, intanto, subalterna all’ideologia dell’austerità, potrebbe diventare il Mezzogiorno delle nuove potenze, Cina, India e Brasile. Lo scrissero in un appello pubblico, inascoltato, premi Nobel come Kenneth Arrow e Robert Solow, in occasione dell’adozione del Fiscal Compact. La mezzogiornizzazione dell’Italia, intanto, si accompagna alla diffusione di una vera e propria ideologia, simile a quella che operò in passato per legittimare spoliazioni e angherie nei riguardi del Sud. Così come i meridionali erano inclini ad essere scansafatiche per lombrosiana tabe, così il panegirico dell’austerità fiscale e il biasimo per la prodigalità dei nostri bilanci da parte del Nord Europa, ci richiama alla nostra natura oziosa, di chi ha goduto non di diritti, ma di privilegi. Riaffiora il razzismo degli […]

L’umiliazione dei controlli

Con buona pace della scienza politica, le scelte politiche vengono assunte non in modo scientifico, ma in base ad umori, percezioni, ideologie. La politica viene da sempre fatta così. Anche dai tecnici. Il dibattito, infatti, sulla possibilità che l’Italia richieda apertamente alla Bce lo scudo anti spread è oramai incentrato sull’inasprimento delle “umilianti” condizioni che l’Europa imporrebbe al nostro paese. Dovremmo scegliere o meno una politica per paura, travaglio interiore o per convenienza? Daniel Gros, del Think tank del Ppe Ces, oggi, sul Resto del Carlino, ci consiglia di chiedere gli aiuti per convenienza. E fa bene. In realtà, nella richiesta di aiuti, seguiti da obbligazioni, di umiliante non c’è niente. E sarebbe meglio che Italia e Spagna congiuntamente chiedessero l’applicazione dello scudo alla Bce senza farsi il fegato amaro. Innanzitutto, le condizioni del Memorandum of Understanding che il paese richiedente l’aiuto deve sottoscrivere in caso di scudo sono certamente dure perché esiste il fattore B. B come Berlusconi. La Banca centrale europea è rimasta scottata dalla fregatura dell’anno scorso, quando incominciò a comprare i bond italiani per calmierare il nostro costo all’indebitamento, sull’impegno implicito che Berlusconi facesse almeno alcune di quelle riforme ipotizzate nella famosa lettera di Draghi e […]

Benzina, tasse e tartasse

Il prezzo della benzina sfonda i 2 euro a litro, un limite che si riteneva isuperabile per la decenza. E subito partono gli strali contro le multinazionali del petrolio. Peccato che su questo costo gravino in modo spropositato ed iniquo delle precise e censurabili scelte di Stato e governi fin qui succedutisi. Sul web, circolano varie indicazioni sulle accise che colpirebbero la benzina: fonti che non ho controllato, ma che varie la pena segnalarvi. Ad esempio, il sito finanza utile distribuisce il seguente elenco: Guerra in Abissinia del 1935 (1,90 lire) La crisi di Suez del 1956 (14 lire) Il disastro del Vajont del 1963 (10 lire) Alluvione di Firenze del 1966 (10 lire) Terremoto del Belice del 1968 (10 lire) Terremoto del Friuli del 1976 (99 lire) Terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire) Missione in Libano del 1983 (205 lire) Missione in Bosnia del 1996 (22 lire) Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,020 euro, ossia 39 lire) Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali (0,0073 Euro) 0,040 Euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92 […]

Rachel Corrie, l’ora della verità

Domani, potrebbe scriversi una pagina di verità nella morte di Rachel Corrie, la giovane attivista americana pro-palestinese, morta a soli 23 anni, il 16 marzo del 2003, sotto le ruspe israeliane, nel tentativo di fare da scudo umano agli abbattimenti delle case dei profughi di Rafah, vicino al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Domani 28 agosto, infatti, il tribunale civile di Haifa, dovrebbe emettere il suo verdetto sulla causa intentata dalla famiglia della vittima contro lo Stato d’Israele. Rachel Corrie era un’attivista pro-palestinese del Movimento di Solidarietà Internazionale (ISM), e venne schiacciata da una ruspa israeliana nel tentativo di impedire con il suo corpo la demolizione di una casa palestinese. A seguito dello seconda intifada, la repressione dell’esercito israeliano nei territori palestinesi era diventata durissima. L’esercito intraprendeva rastrellamenti e abbattimenti di case dove si nascondevano terroristi, secondo Tel Aviv. Secondo gli attivisti umanitari e i palestinesi, si trattava di rappresaglie indiscriminate. Subito dopo il drammatico incidente, Corrie è diventata un simbolo della repressione israeliana e della resistenza palestinese. I familiari di Corrie, grazie alle testimonianze raccolte dagli attivisti sul luogo della morte della figlia, hanno da subito sostenuto che si fosse trattato di un assassino premeditato. Il […]

La distinzione e le regole del bon ton

A Napoli, la pedonalizzazione del Lungomare ha innescato una serie di polemiche. Inclusa quella di aver favorito la presenza invasiva e vociante di masse caciarone e volgari. Una disputa in nome del buon gusto violato dalla giunta de Magistris che ricorda la magistrale analisi di Pierre Bourdieu ne “La distinzione“. Il bellissimo lungomare di Napoli, come una quinta teatrale, copre quartieri poveri, degradati, piagati dalla povertà. Dietro le maestose architetture che fronteggiano Castel dell’Ovo, c’è il formicaio di Santa Lucia, un budello-ghetto, che comunica con il resto della città solo attraverso l’unico “Vico Pallonetto”. Gialle carceri di Piranesi, fra scale e condotti, scavate in un tufo malsano, fra muffe velenose, senza che un raggio di sole possa esplorare le caverne in cui si aprono dignitosi spazi di intimità: case che sono bassi; case che sembrano loculi. Un ghetto, la cui segregazione urbanistico-spaziale è funzionale alla segregazione sociale che si è determinata ai danni della popolazione che ci vive: in condizioni malsane, di miseria e di dolore. La pedonalizzazione del Lungomare ha fatto sì che questa plebe dolente sia ancora più presente in strada, rispetto a quando c’erano le macchine. Restituire il Lungomare alla città ha significato restituire quello spazio ameno […]

La Santa alleanza

Pensavamo che fosse Berlusconi a rendere la nostra destra impresentabile. Nel quasi ventennio di governo del satrapo di Arcore, la sua presenza faceva aggregare e disfare le alleanze, non più in base a programmi e all’ideologia, vecchio arnese nel Novecento, secondo la vulgata, ma attorno al berlusconismo, una sorta di degenerazione della leadership carismatica. Berlusconi ha cannibalizzato il nostro sistema politico. Che gli effetti del berlusconismo non siano ancora svaniti, e che continui ad esistere una destra immatura e non europea, è un dato confermato dall’alleanza Udc-Pd, invocata da molti come un rassemblement riformista, che metta insieme il meglio della sinistra e del cattolicesimo sociale. Credo anch’io che questo alleanza potrebbe avere una valenza positiva e riformista, al di là della terza gamba che si troverà al duo Bersani-Casini. Vendola, come è apparso di capire l’altro giorno, prima che il governatore pugliese cercasse di lenire la sofferenza della sua base allarmata dall’accordo con Casini? Oppure, un Di Pietro “pentito”, che smetta di attaccare a testa bassa il Capo dello Stato, causa della conventio ad excludendum di cui è stato fatto oggetto da Bersani? Magari, l’alleanza includerà la famosa Lista arancione di cui si vocifera in queste ore, con i sindaci […]

Dove osano i falchi di Finlandia

C’è chi vuole la Bce ridotta ad una depandance della Bundesbank. Dopo la prima improvvida uscita della Bundesbank che diffidava Draghi a non “fare di tutto per salvare l’euro”, la Merkel sembrava aver sanato questa grossa ferita diplomatica con la dichiarazione congiunta dell’altro giorno con Hollande. A dimostrazione del fatto che i falchi volano più alto della cancelliera, la Bundesbank ritorna oggi sull’argomento, e richiama la Bce a occuparsi solo della stabilità della moneta. Inaudito. Certo, è vero che fra i compiti della Bce non c’è il finanziamento agli Stati – e lo Esm è un vero e proprio sussidio -, ma è altresì vero che è l’Eurotower, ai sensi del Trattato di Maastricht, è l’autorità deputata a garantire la coesione economica e sociale, una crescita sostenibile e non inflazionistica e a definire e attuare la politica monetaria per l’area dell’euro. E per fare tutto questo, Draghi può e deve intervenire su eurobond e su tutto quello che serva per garantire realmente quella stabilità della moneta a cui la Bundesbank fa riferimento. Infine, Monti oggi vola in Finlandia, una vera e propria roccaforte dei falchi. Il nostro premier incontrerà il presidente del consiglio Jyrki Katainen, ad oggi contrario a quasi […]

Ex mafiosi e fascisti in Campidoglio

Che il Pdl non fosse una vera e seria destra conservatrice moderna e rispettabile era chiaro. Un’ulteriore conferma, di cui non sentivamo proprio il bisogno, proviene da Roma, dove è scoppiato il bubbone di “Provolino”. Provolino è il sopranome di Maurizio Lattarulo, ex Nar, già braccio destro del boss della Magliana, De Pedis, è stato l’elemento di congiunzione fra la mafia romana e l’eversione nera, insieme al sodale Massimo Carminati. Orbene, Provolino, con questo cv, è giunto ad essere staffista e consulente del Comune di Roma, per nomina avvenuta con decreti sindacali firmati Alemanno. Non ho mai creduto che il sindaco postfascita avrebbe potuto realmente tagliare col suo passato, che tanto passato non è, dato che è sposato con Isabella Rauti, figlia dello storico esponente della destra pura e dura, Pino Rauti, e scommetto che fra gli scaffali del loro buen retiro sia più facile trovare Julius Evola che Adam Smith. La nomina di Lattarulo non è solo inopportuna, ma forse anche illegittima, dato che sarebbe stato assunto con un contratto con “riserva di accertamento dei requisiti per l’accesso allo stesso” che probabilmente non ha. Purtroppo, certo non scopriamo oggi la storica alleanza fra destra fascista e mafia che, anzi, […]